mercoledì 30 maggio 2018

"Minima, 7 racconti neri e uno bizzarro" di Edgar Allan Poe - Cosa ne penso?


“Una piccola raccolta di 8 tra i piu` celebri racconti di Edgar Allan Poe, tra cui Il gatto nero, Il cuore rivelatore o Berenice. In questa piccola selezione e` possibile trovare atmosfere per tutti i gusti, dal racconto in cui la vendetta e` l'ossessione del protagonista ad altri in cui i protagonisti hanno altri generi di ossessioni che scavano come un tarlo nella mente fino a farli impazzire e a commettere gesti orrendi. Il tutto condito con un'ironia decisamente macabra, in pieno stile Poe.”





Minima – 7 racconti neri e uno bizzarro e` l'omaggio che la casa editrice ABEditore ha voluto fare a Edgar Allan Poe, includendo questi 8 racconti nella collana <Piccoli Mondi>. E` difficile dover scremare tra i tanti racconti di Poe e sceglierne solo 8, ma devo dire che hanno fatto davvero una bella scelta! Racconti brevi ma che permettono di capire subito lo stile di Poe.
Tra i vari racconti di Edgar, quelli che preferisco sono in genere quelli in cui la vendetta fa da protagonista, quelli un po` bizzarri, pazzi, che ti fanno quasi sentire il disagio ma allo stesso tempo non puoi fare a meno di continuare. Ecco quindi che ho riletto con vero piacere racconti come Il barile di Amontillado, Il cuore rivelatore e Hop-Frog!

Per me due sono stati i racconti inediti, che non avevo ancora letto (e che ammetto mi erano proprio sfuggiti): sto parlando di Silenzio una favola e Il sistema del Dott. Catrame e del Prof. Piuma. Ecco, di questi due, il primo non mi ha entusiasmato molto, mentre il secondo, che sarebbe il racconto bizzarro citato nel titolo, l'ho proprio adorato! Un fantastico ribaltamento della situazione, in cui Poe manda in confusione tanto da non capire piu` chi e` pazzo e chi no, fino al finale che ho trovato molto divertente! Ho un senso dell'umorismo bizzarro, lo so :D

Come sempre menzione speciale per la cura e la bellezza di questa particolare edizione. E` un piccolo libretto da poco piu` di 100 pagine ma estremamente curato e pensato, pieno di illustrazioni bellissime! Ho letteralmente riso fino alle lacrime quando ho visto la copertina...quando avrete il libro tra le mani giratelo, guardate il retro e capirete di cosa sto parlando!
Libricino stra-promosso!!

P.S. voglio assolutamente ingaggiare Hop-Frog come party planner!

martedì 29 maggio 2018

"L'alienista" di Caleb Carr - Cosa ne penso?


“In una fredda notte di New York del 1896, il giornalista John Moore viene mandato dall'amico, il famoso alienista Lazlo Kreizler, sulla scena di un crimine atroce: e`appena stato ritrovato il cadavere di un ragazzino orrendamente mutilato. Questo genere di omicidi pero` non suscita molto scalpore all'inizio, in quanto la vittima era un povero ragazzino immigrato dedito alla prostituzione omossessuale e quindi, come tale, non degno di indagine. Ma non per Kreizler, che individua subito degli indizi che potrebbero collegare questo caso a un vecchio omicidio irrisolto.
Con l'aiuto del commissario Theodore Roosevelt, Moore e Kreizler metteranno su un team che avra` il compito di tracciare il profilo psicologico dell'assassino e quindi di scovare questo pericoloso serial killer che agisce indisturbato, senza che nessuno se ne sia accorto.”



L'alienista e` un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1994, ma che e` tornato recentemente alla ribalta grazie alla serie televisiva prodotta da Netflix, che ha riscosso parecchio successo.
Incuriosita dalla trama e soprattutto dall'ambientazione decisamente dark (e orfana di Penny Dreadful) ho provato a guardare il primo episodio della serie ma all'inizio devo dire che non mi ha preso molto. Trovavo pero` molto intrigante la storia e appena sono riuscita a mettere le mani sul libro mi ci sono buttata a capofitto per non mollarlo piu` fino alla fine!

Di base questo romanzo e` un thriller in cui una squadra di investigatori indaga per arrivare a catturare un serial killer che minaccia New York. Per farlo, utilizza ampiamente la psicologia, la psichiatria e la criminologia per tracciare il profilo psicologico del killer e arrivare ad anticipare le sue mosse e a catturarlo. Fin qui niente che non abbiamo gia visto. La figura del “profiler” infatti, e` sicuramente affascinante ma allo stesso tempo si spreca ormai in film, serie tv e libri moderni. La particolarita` di questo romanzo e` la sua ambientazione. Ci troviamo infatti alla fine del 1800, e per quei tempi un approccio di questo genere alle indagini e` altamente innovativo e pioneristico.
Caleb Carr ci trascina in una New York dove le ingiustizie sono all'ordine del giorno e i cittadini le subiscono passivamente, in una New York in cui non ci si puo` fidare nemmeno (e soprattutto) dei poliziotti, per la maggior parte violenti e corrotti e che quando subentra Roosevelt a capo della Polizia vengono cacciati e finiscono tra le fila dei criminali peggiori. In un ambiente del genere, la figura dell'alienista e` decisamente mal vista. Il dottor Kreizler, con le sue teorie e la sua attivita`, la sua mentalita` aperta e moderna, spaventa i suoi concittadini che quindi lo disprezzano. Ecco il motivo per cui lui e la sua squadra devono lavorare costantemente nell'anonimato, mettendo a repentaglio anche la propria vita perche` diventano bersaglio non solo del serial killer, ma anche di quei “bravi cittadini” a cui hanno messo i bastoni tra le ruote.

E` un romanzo pieno di suspense e avventura, con teorie decisamente affascinanti. Se poi si pensa che lavoravano senza laboratori super tecnologici, computer che fanno ricerche alla velocita` della luce e zoom fantascientifici, DNA e altre cose, che si affidano alla scienza avanzata per il periodo, ma per oggi ancora rudimentale, allora diventa ancora piu` intrigante!

Anche i personaggi sono uno meglio dell'altro. Forse, quello che mi e` piaciuto meno e` proprio John Moore, il nostro narratore. In confronto agli altri membri del gruppo e` quello un po` piu` ottuso, non e` brillante come gli altri, anche se indubbiamente dara` un grande contributo alla storia. Ho apprezzato moltissimo Sara, l'unica donna del gruppo. Fortemente indipendente, intelligente e ambiziosa! E una menzione speciale per i fratelli Isaacson, i “nerd” della situazione. Due investigatori con la passione per la criminologia e l'anatomopatologia, decisamente strani ma anche buffi.

Personalmente ho avuto difficolta` a staccarmi dalle pagine che sono ahime` volate, una dietro l'altra. Ho provato a trattenermi per far durare il libro qualche giorno in piu`, ma non riuscivo a starne lontana per troppo tempo. Un thriller perfetto anche per l'estate, se volete leggere qualcosa di interessante e intelligente, che sia capace di trasportare completamente in un'altra epoca. Esattamente quello che ci vuole per rilassarsi in vacanza, no?
Il voto e` sicuramente 4.5/5!! E ora vado a recuperare la serie tv!

lunedì 21 maggio 2018

"La figlia della fortuna" di Isabel Allende - Cosa ne penso?

“Cile, 1832: Eliza viene abbandonata ancora neonata sulla soglia di casa dei fratelli Sommers, che si sono trasferiti a Valparaiso. La sorella Rose insiste perche` la piccola cilena venga adottata ed entri a far parte della famiglia. Eliza vivra` cosi` tra due mondi: le viene impartita un'educazione rigidamente anglosassone, nella speranza di contrarre in futuro un buon matrimonio e nel contempo le vengono fatte conoscere dalla cuoca Mama Fresia la vitalita` e la magia del suo popolo.
Quando Eliza raggiungera` l'adolescenza si innamorera` pero` di Joaquin Andieta, un cileno poverissimo che nel 1848, alla notizia che in California sono stati trovati giacimenti aurei, verra` colto dalla febbre dell'oro e salpera` in cerca di fortuna.

Eliza decidera` di mettersi sulle sue tracce, partendo insieme al medico cinese Tao Chi'en, per quella che sara` un'autentica avventura nel neonato Far West e che le cambiera` totalmente la vita.”


La figlia della fortuna si puo` considerare il primo di una trilogia di cui il piu` celebre La casa degli spiriti e` il volume conclusivo, almeno in termini cronologici dal momento che e` stato scritto quasi 20 anni prima del libro che oggi commentero`. E` una trilogia in quanto trattano la storia di tre donne facenti parte della stessa famiglia, vissute pero` in epoche diverse. Sono imparentate e grazie alla storia delle loro vite la Allende ci immerge nella societa` di quei periodi molto diversi dal nostro.

La figlia della fortuna si puo` idealmente dividere in due parti. Nella prima ci vengono presentati Eliza e gli altri membri della famiglia Sommers, e vediamo come Eliza e` cresciuta; la vediamo bambina e adolescente, cresciuta in questa rispettabile famiglia inglese dell'800, dove le buone maniere e le apparenze sono la cosa piu` importante. Capiamo subito che il reale carattere di Eliza e` passionale, avventuroso e impulsivo ma e` pur sempre una bambina e alla fine si sottomette all'educazione imposta dalla madre adottiva, che per lei sogna un matrimonio rispettabile (e ovviamente imposto) con un uomo facoltoso, perche` “se una donna non ha un uomo che la possa mantenere e` finita”.
Tra gli altri protagonisti, la seconda maggiormente e` descritta e` proprio Rose, la madre adottiva di Eliza. Non pensiate, dopo quello che ho raccontato, che sia una donna cattiva. Al contrario, Rose e` una brava donna, fiera, zitella per scelta. Con il tempo veniamo a sapere il suo grande segreto. E` successo qualcosa, quando Rose aveva 17 anni, qualcosa che l'ha infangata e che l'ha costretta a trasferirsi in Cile con i fratelli e a rinunciare a un matrimonio per fare la governante del fratello maggiore. Rose e` piu` simile a Eliza di quanto pensiamo, ma e` molto piu` intrisa di cultura maschilista di quanto non lo sia la figlia adottiva; percio` Rose non avra` mai il coraggio di prendere in mano la sua vita e accettera` il suo destino.
Alla fine della prima parte, troveremo una Eliza adolescente, che si innamorera` del primo amore; un amore violento, forte e reso piu` grande di quello che e` in realta` dalla sua ingenuita` e inesperienza. Sara` a questo punto che Eliza decidera` di scappare di casa per raggiungere il suo amato in California, un gesto avventato e imprudente...ma che alla fine si rivelera` la cosa migliore che abbia mai fatto, perche` cambiera` radicalmente il suo destino.

Nella seconda parte, infatti, mentre e` alla ricerca di Joaquin in compagnia del medico cinese Tao Chi'en, Eliza esce per la prima volta da quella campana di vetro sotto la quale e` stata cresciuta, per essere catapultata in un mondo selvaggio, duro, crudele ma anche pieno di avventure ed esperienze insieme terribili e fantastiche, che lei sara` in grado di affrontare grazie al suo carattere forte e coraggioso. Sara` costretta per anni a vivere fingendosi un uomo, ma per la prima volta si rende conto di quanto sia bella la liberta` e di quanto sia altrettanto bello e gratificante cavarsela da sola.
In questa seconda parte, il secondo grande protagonista e` Tao Chi'en, di cui ci viene raccontata la storia, dalla sua infanzia da “Quarto figlio”, alla perdita dell'amata moglie Lin, fino al viaggio che l'ha portato a conoscere Eliza. Anche lui, come la nostra cilena, ha del potenziale, ma e` grazie all'esperienza nel nuovo mondo che attraversa una crescita personale e diventa un uomo meraviglioso e un compagno per Eliza.

Si, perche` trovare Joaquin non e` facile come poteva sembrarle all'inizio, e con il tempo questa ricerca diventera` sempre piu` un abitudine e meno una necessita`. Alla fine e` lo scopo, l'obiettivo che l'ha aiutata ad andare avanti e a sopravvivere, ma per lei arrivera` un momento in cui si rendera` conto che Tao e` molto piu` importante.
Degno di nota il capitolo sulle “Sing Song Girls”, bambine cinesi che venivano comprate in patria con la promessa di un matrimonio, per poi venire utilizzate come schiave sessuali in California. E` un capitolo terribile, dove la Allende ci descrive molto bene che il mitico Far West non era solo cowboys e avventure.

Di queste due parti, la prima e` stata abbastanza noiosa; ho avuto abbastanza difficolta` nell'andare avanti e dovevo fare opera di autoconvincimento per leggere. Ma nel momento in cui e` iniziata la seconda parte, tutto e` cambiato! Eliza ha iniziato a starmi piu` simpatica e tutto quello che viene descritto, dalle avventure alle disgrazie, e` stato davvero interessante. Per quanto i personaggi siano di fantasia, tutto quello che la Allende ci descrive e` vero, si viveva davvero cosi in quel periodo e in quei luoghi.
Quindi, se conoscete gia` la Allende ma non questo libro, e lei vi piace, vi dico solo di avere un po` di pazienza e poi arriverete alla parte del libro davvero bella. Se invece non avete mai letto niente di suo e siete interessati a cimentarvi, vi consiglio allora di non cominciare da questo romanzo, che forse potrebe deludervi un pochino, ma di optare prima per La casa degli spiriti e poi tornare eventualmente a questo.
Il mio voto per questo romanzo (Alessandro Borghese esci da questo corpo) e` 3.8/5. L'ha salvato parecchio la seconda parte! 





martedì 15 maggio 2018

"La storia di Lisey" di Stephen King - Un piccolo tesoro ignorato?


Qualche giorno fa ho letto un post su un gruppo Facebook dedicato al Re, che parlava di un libro sottovalutato, dimenticato o addirittura ritenuto bruttino da tanti lettori. Quando ho letto il titolo mi e` venuto un colpo al cuore perche` si parlava di La storia di Lisey, romanzo pubblicato dal Re nel 2006. Ci sono rimasta un po` male ed e` per questo che mi e` venuta voglia di parlarne. Ma prima vi lascio la trama.

Per 25 anni Lisey e` stata sposata al celebre Scott Landon. Un lungo, stupendo matrimonio con lui - un uomo meraviglioso ma complicato, con una tara nel sangue – e con l'universo di lui, una dimensione proibita ai normali, piena di cose fantastiche ed esaltanti ma anche letali.
Pero` ora Scott e` morto e la vita di Lisey e` uguale a quella di tante altre. Non siamo a Boo'ya Moon, ma nel Maine, dove lei affronta il triste compito di svuotare lo studio del marito. Un gesto innocente ma che puo` scatenare le reazioni inconsulte di certi fan. Inoltre, Lisey si rende conto che una porta e` stata lasciata aperta su quell'altro mondo e ora la cosa che terrorizzava Scott sta cercando lei.”



Dicevo che questo non e` uno tra i romanzi piu` famosi di King, non se ne parla tanto e spesso non se ne parla bene. La prima volta che lo lessi, un anno dopo l'uscita, non mi era piaciuto molto; non l'avevo capito. Non capivo se alcune cose descritte fossero reali o una sorta di metafora e trovavo le parti in cui Lisey ricorda episodi della vita con Scott noiose. Poi, come a volte succede, ho riletto questo libro dopo 10 anni esatti, con una mente diversa, con alcune esperienze ormai vissute e non solo l'ho capito ma l'ho amato. Ho amato Lisey e la sua storia con Scott.
Qualcuno dice che per apprezzare davvero questo libro bisogna essere innamorati o esserlo stati prima o poi e forse e` vero.

Lisey non e` una Wonder Woman. La celebrita` della famiglia, il genio, e` il marito. Lei lo accompagna, lo accudisce e, cosa che il grande pubblico ignora, lo sostiene nei momenti di crisi. Una crisi veramente pesante, orribile e violenta che Scott si trascina dietro da tutta la vita, come una maledizione di famiglia e che ha portato alla morte del padre e del fratello in un modo davvero inquietante. Lisey ci racconta tutto, ci spiega come lei e` stata sempre dietro le quinte, la donna che nelle foto viene ignorata o al massimo nominata come “amica del grande Landon”; talmente dietro le quinte che la gente non sapeva neanche che fosse la moglie. Eppure e` fondamentale per la sanita` mentale e l'equilibrio di Scott.
In tutto questo credo che ci sia davvero tanto di autobiografico da parte di King. Il marito scrittore di successo ma dalla vita sregolata, che alla fine senza la moglie (donna con gli attributi) alle spalle si sarebbe gia perso per strada da tempo. Per tutto il tempo in cui l'ho letto ho avuto come l'impressione che King stesse parlando di se e di Tabitha (senza Boo'ya Moon ovviamente).

E` una storia profonda, un amore bello e distruttivo, ma mai smielato o mi sarebbe venuta l'orticaria a leggere e non e` successo :D. Lisey e` una delle pochissime protagoniste donne dell'universo King che mi ha conquistata.
E se volete la parte soprannaturale, Boo'ya Moon soddisfera` il vostro desiderio perche` l'infanzia di Scott e` veramente da incubo!

Forse non sono riuscita a spiegare fino in fondo la vera bellezza di questo romanzo. Ma dategli una possibilita`. Tenete a mente quello che ho scritto, preparatevi psicologicamente se necessario, ma leggetelo! Piu` Lisey per tutti!!


lunedì 14 maggio 2018

"Il profumo" di Patrick Suskind - Cosa ne penso?


“Jean-Baptiste Grenouille nasce nel quartiere piu` mefitico della Parigi del '700, il Cimitero degli Innocenti. Orfano, brutto, incapace di provare emozioni, ha una caratteristica inquietante: non emana alcun odore ma allo stesso tempo e` dotato di un olfatto talmente sensibile da essere unico al mondo. Crescendo, il “profumo” diventera` la sua ossessione, la sua unica ragione di vita e il suo sogno sara`creare il profumo perfetto e con quello dominare il cuore degli uomini. Per realizzare questo sogno Grenouille sara` letteralmente capace di qualunque cosa.”



Questo e` uno di quei libri amati oppure odiati dal pubblico. Non ho mai sentito delle vie di mezzo. Personalmente, quando lo lessi tanti anni fa rimasi folgorata! Purtroppo era una copia prestata e ho aspettato anni prima di comprarmi la mia copia personale. Nel rileggerlo, pero` non ho provato lo stesso innamoramento; ho notato che alcune cose o non le avevo capite o avevo un ricordo molto distorto. Insomma, questa volta mi ha coinvolta un po` meno ma questo non vuol dire comunque che mi non mi sia piaciuto! Ma andiamo con ordine.

Prima di tutto lo stile di Suskind e`, indipendentemente dalla storia, magnifico. Si ha l'impressione di leggere per tutto il tempo una favola. E` una favola su un serial killer, ok, ma raccontato con uno stile ironico, caricaturale e sognante che fa volare le pagine.
Quando dico caricaturale parlo soprattutto dei personaggi che ruotano attorno a Grenouille attraverso le varie fasi della sua vita. Jean-Baptiste sara` anche nato probabilmente un pochino asociale ma per tutta la sua vita, fin dai primi minuti, non ha trovato una sola persona che abbia mostrato un briciolo di affetto nei suoi confronti. Persino la sua stessa madre lo lascia buttato per terra in mezzo agli scarti di pesce subito dopo averlo partorito. Tutti gli altri o lo allontanano diffidenti oppure, non appena scoprono la sua capacita` tentano in tutti i modi di sfruttarlo. Nessuno si affeziona a lui o ne prova compassione. Ma allo stesso tempo Suskind non li dipinge mai come persone malvage. Le esagera, tira fuori la loro “stronzaggine” (passatemi il termine) in maniera molto ironica, prendendoli in giro e rendendoli ridicoli ai nostri occhi. Non ci indigniamo perche` Grenouille e` il primo che si accorge di questi trattamenti ma, essendo cosi particolare non presta attenzione alla cosa, non gli interessa minimamente.
La cosa migliore e` il destino a cui poi vanno incontro tali personaggi nel momento in cui Grenouille esce dalle loro vite; chi subito, chi con il tempo, paga il suo comportamento nei confronti di Grenouille. Il loro destino e` tragicomico, quasi grottesco, ma alla fine il lettore puo` solo pensare “Ben fatto!”. Aaaah il karma :D

Una cosa che io ricordavo in maniera totalmente errata era proprio Grenouille stesso. Il mio ricordo era quello di un ragazzo fondamentalmente buono, schivo e che combina quello che combina solo per trovare un po` di affetto, per essere accettato. Niente di piu` sbagliato! Grenouille e` a tutti gli effetti un antieroe. E` il serial killer per eccellenza. A un certo punto Jean Baptiste stesso pensa di se:”Io sono malvagio”. In realta` lui non e` davvero una persona malvagia. Chi e` malvagio trae piacere nell'infliggere cattiverie e sofferenze agli altri esseri viventi. Grenouille invece non lo fa per quello. E` il classico sociopatico, lui e` al di sopra delle altre creature verso le quali prova disprezzo o indifferenza, verso le quali lui si sente superiore. Di provocare sofferenze solo per il proprio piacere quindi non gliene importa nulla. Lui ha uno scopo, per arrivarci uccide, ma e` solo un effetto collaterale. Questo ovviamente non vuole neanche dire che sia buono! Grenouille e` un'omicida, e` egoista e pieno di se, tanto da arrivare a pensare di dominare gli altri uomini, di diventare un Dio. E ci potrebbe riuscire benissimo grazie al suo “potere”.

Il profumo e` un romanzo davvero particolare che non si puo` includere in un solo genere. Imperdibili le parti in cui Suskind si concentra sul profumo in quanto tale. Particolare davvero. Per questo e` un libro che non puo` mancare nelle librerie. Puo` piacere davvero a tutti, proprio perche` non appartiene a un unico genere. Voto 4/5!!



venerdì 11 maggio 2018

"Shining" di Stephen King - Cosa ne penso?



   “Jack Torrance e` uno scrittore in declino che ha appena perso il suo lavoro come insegnante, ma da lui dipendono anche sua moglie Wendy e suo figlio Danny. Accetta percio` come ultima spiaggia, un impiego come guardiano invernale di un famoso hotel di lusso, l'Overlook Hotel, situato sulle impervie montagne del Colorado. Purtroppo, quello che sembra un normale albergo, e` sede di un Male oscuro, che si risvegliera` con l'arrivo della famiglia Torrance e in particolare di Danny, bambino dotato di poteri psichici, l'Aura. Davanti ai suoi occhi iniziano infatti a manifestarsi tutti gli orrori avvenuti in passato in quell'albergo, mentre il padre Jack subisce piano piano una malefica influenza che lo portera` alla pazzia.”


Questa e` una delle pochissime volte in cui sto avendo un po` di difficolta` a scrivere un commento, quasi non so cosa dire. E non perche` non ci sia niente da dire o perche` il libro sia brutto; tutto il contrario! Mi e` piaciuto talmente tanto, ne sono rimasta talmente tanto affascinata che l'unica cosa che mi viene da dire e` :”Figata, leggetelo!”.

Ovviamente non si puo` finire un commento in questo modo, nella vita bisogna argomentare le proprie affermazioni, quindi, iniziamo!

La maggior parte delle persone conosce Shining grazie al celebre film di Stanley Kubrick, in cui Jack Torrance e` interpretato da un magistrale Jack Nicholson. Per me, almeno era proprio cosi. Avevo visto il film due volte ma non avevo mai letto il libro. Speravo quindi che con la lettura mi sarebbero state chiare alcune cose che nel film non avevo capito molto. E devo dire che e` stato cosi e anzi, posso capire anche per quale motivo Stephen King dice addirittura di odiare questa trasposizione. Io non la odio, mi piace sempre ma a questo punto mi unisco al coro di chi dice “e` meglio il libro”.

Stephen King, infatti, fa un ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi (cosa che Kubrick tralascia allegramente). Le disavventure (o meglio gli orrori) dell'Overlook Hotel iniziano quando siamo ormai a meta` del libro. Tutte le pagine precedenti sono una introduzione e una presentazione dei tre protagonisti. Ma e` una introduzione utile, interessante e mai noiosa, neanche una volta! Quello che mi piace di King e` che i suoi protagonisti, in generale, non sono mai perfetti, non sono mai eroi. Sono persone normali, con problemi normali; magari il lettore non ha passato le vicissitudini del protagonista (anzi, spero di no), ma puo` comunque capire il suo stato d'animo, sentirsi vicino in qualche modo. E la famiglia Torrance non e` da meno. Problemi di alcolismo, violenza e abusi purtroppo sono frequenti e anche se non li abbiamo vissuti in prima persona ne sentiamo costantemente parlare. Questi sono i problemi e i fardelli che i Torrance portano con se all'Overlook Hotel.
Ma il piccolo Danny ha un'altra caratteristica. Danny “irradia luce”; lo “Shining” del titolo o l'Aura, come la chiama il cuoco dell'albergo Hallorann non e` altro che una forte capacita` telepatica . Danny legge nel pensiero, vede le cose successe nel passato ma ha anche visioni del futuro. Essendo pero` un bambino piccolo, tali visioni sono espresse sottoforma di Tony, un ragazzino che solo Danny riesce a vedere, una sorta di amico immaginario che gli fa vedere cose belle ma che lo mette in guardia dall'Overlook Hotel, facendogli comparire davanti agli occhi una scritta misteriosa, Redrum. All'Overlook c'e` il Redrum e percio` Danny deve stare lontano da quel posto.

Purtroppo Danny ha solo 5 anni e non puo` evitare l'hotel, deve seguire i genitori. Una volta arrivati l'Hotel, che ha un'anima propria, si accorge subito del nuovo arrivato e da quel momento fa di tutto per appropriarsene arrivandoci pero` in maniera subdola: l'hotel avverte anche l'estrema fragilita` del padre, Jack e soprattutto il suo punto debole, l'alcool. Piano piano, assistiamo al lavaggio del cervello che l'entita` dell'hotel fa su Jack e pagina dopo pagina assistiamo alla trasformazione piu` inquietante che abbia mai letto; da uomo normale a pazzo violento. Jack impazzisce completamente e a quel punto Danny e Wendy sono in balia dell'hotel e del suo strumento, Jack.

Danny, come tutti i bambini e i ragazzini protagonisti dei libri di King e` fantastico. Mai completamente bambini, sono sempre piu` intelligenti e svegli degli adulti. Sono pero` rimasta piacevolmente sorpresa da Wendy. Nel film, Wendy Torrance e` rappresentata come un'ameba priva di qualsiasi personalita` e spesso devo dire che le donne (soprattutto le madri) dei libri di King sono un tantino fastidiose e insopportabili. Wendy invece mi e` piaciuta perche` affronta un vero e proprio percorso che la porta a crescere e a tirare fuori gli attributi. Questa donna, infatti, ha passato tutta la vita a subire passivamente prima le angherie della madre e poi quelle del marito. Quando c'e` un problema Wendy lo affronta dormendo e aspettando che qualcun'altro lo risolva per lei. Ma nel momento in cui si ritrova sola, in un albergo isolato, in balia di un hotel demoniaco e un marito assassino e` costretta a svegliarsi per salvare la vita di suo figlio. E per fortuna lo fa! Brava Wendy!

Anche pensandoci non riesco a trovare difetti in questo romanzo, non c'e` niente che non mi sia piaciuto. E` sicuramente entrato nella top 5 dei miei preferiti e consiglio assolutamente la lettura di questo romanzo!! Voto 5/5 ovviamente :)






giovedì 3 maggio 2018

"Viaggio al centro della Terra" di Jules Verne - Cosa ne penso?


“Il professor Otto Lidenbrock e` un famoso geologo tedesco che scopre in un vecchio libro un misterioso messaggio in caratteri runici. Grazie all'aiuto del nipote Axel riesce a decifrarlo e scopre trattarsi di appunti che spiegano come raggiungere il centro della Terra attraverso il vulcano Sneffels, in Islanda. L'autore di queste indicazioni e` Arne Saknussem, un alchimista islandese che nel XVI secolo avrebbe compiuto l'impresa.
Il professor Lidenbrock riesce cosi` a convincere Axel a seguirlo nell'incredibile impresa, con l'aiuto della fedele guida Hans. Grazie al suo aiuto riescono a raggiungere lo Sneffels e a calarsi nel suo cratere. Da quel momento ha inizio una grande avventura piena di pericoli e di meraviglie.”



Viaggio al centro della Terra e` un libro di avventura per ragazzi, considerato uno dei capostipiti della fantascienza, pubblicato da Jules Verne nel 1864. Oggi pero` lo possiamo tranquillamente considerare non solo un libro per ragazzi ma anche per adulti. Un classico della letteratura a tutti gli effetti. E come tale era un'altra delle lacune che io, da lettrice, avevo. Esattamente come per I viaggi di Gulliver, mi sono detta che nonostante non sia un libro che normalmente sceglierei, era una lacuna imperdonabile e dovevo recuperare. Speravo solo di non imbattermi in un altra sfortunata lettura come quella appena citata. Perche` non ho esattamente un bel ricordo di Gulliver!

Posso dire che per fortuna con Viaggio al centro della Terra e` andata molto meglio. Sotto la scia della mia lettura precedente ero ancora nel mood delle scoperte scientifiche e delle esplorazioni, quindi, nonostante so benissimo che in questo caso si tratta di un romanzo di fantasia, ero davvero ben disposta. Questo secondo me ha fatto la differenza, perche` se l'avessi letto in un altro momento mi sarebbe piaciuto molto meno. Questo romanzo, infatti, e` molto interessante in quanto Verne ci parla in maniera dettagliata della storia dell'evoluzione della Terra e di tutte le teorie scientifiche in voga nell'800. E` stato quindi interessante scorire cosa pensavano della Terra 200 anni fa. Pero` in alcuni punti Verne diventa taaanto scrupoloso. Inoltre non dobbiamo dimenticarci che due dei tre protagonisti sono geologi, per cui si parlera` tantissimo di geologia, minerali, rocce con nomi impronunciabili… ci vuole un po` di pazienza, insomma.

Se pero` volete da subito il lato avventuroso del libro e volete scoprire quali meraviglie si celano sotto i nostri piedi, allora aumentate la pazienza. Per buona parte del libro, infatti, il professor Lidenbrock e nipote sono in viaggio, ma ancora sulla superficie, via mare e via Terra. Ci viene infatti descritto il viaggio che i due intraprendono per raggiungere l'Islanda e una volta arrivati sull'isola, li accompagneremo di casa in casa fino allo Sneffels. Il viaggio verso il centro della Terra comincia infatti a meta` del libro. Di questa meta`, inoltre, un'altra meta` e` impiegata nella discesa, in un viaggio interminabile attraverso caverne e cunicoli piu` o meno claustrofobici e strade sbagliate, che faranno perdere ai nostri protagonisti tempo, pazienza e dove rischieranno la vita.
Le meraviglie a questo punto arriveranno tutte insieme e sono incredibili. Questa parte mi e` piaciuta tanto e ho fantasticato un sacco! Ovviamente adesso sappiamo cosa c'e` sotto la crosta terrestre ma sarebbe stato davvero bello se ci fosse stato davvero cio` che immagina Verne. Bello e iquietante allo stesso tempo!

Un piccolo commento anche sui protagonisti. Dico subito che il piu` simpatico dei tre e` Hans, la silenziosissima guida islandese che in tutto il libro non dice neanche una parola! Alla fine si rivela il piu` intelligente e utile di tutti.
Il professor Lidenbrock e` quanto di piu` antipatico un lettore possa incontrare. Dovrebbe essere il classico scienziato geniale ma un po` eccentrico...in realta` e` un autentico pazzo. E` impulsivo, non ragiona, si butta in questa impresa letteralmente costringendo il riluttante nipote ad accompagnarlo, senza pensare a un minimo di organizzazione. Non usa il cervello e per questo motivo mette costantemente in pericolo di vita tutti e tre, piu` di una volta. E` irascibile, testardo e molto egoista. Insopportabile! Axel ha tutta la mia compassione.

In conclusione, Viaggio al centro della Terra e` un romanzo piacevole e veloce da leggere. Non lo metto tra i miei preferiti, questo si, ma e` uno di quei libri che tutti i lettori dovrebbero leggere. Il mio voto e` 3.5/5.