martedì 27 febbraio 2018

La libreria allegra segnala: "Tutti i condomini hanno i loro piccoli segreti” di Federica Rubini


Oggi post un pochino diverso dal solito. Sto infatti per fare la segnalazione di un thriller, scritto da Federica Rubini, dalla trama decisamente intrigante!
Raramente faccio delle segnalazioni di libri perche` preferisco leggere un libro prima di parlarne, pero` purtroppo in questo periodo non ho la possibilita` di leggere altro. Ma dopo aver letto la sinossi, le mie antenne si sono drizzate dalla curiosita` e credo proprio che lo mettero` in wishlist!
Vi lascio quindi qualche informazione su come, dove e quando potete trovare questo libro e su come contattare l'autrice se avete qualche ulteriore curiosita` :)




Trama:
Sabrina decide di trasferirsi in una nuova casa in cui anni prima si era verificato un omicidio; subito viene messa al corrente del coprifuoco che vige in quel palazzo: alle 22.00 tutti devono essere in casa. Sabrina non riesce a capire questa strana usanza e nemmeno perché i suoi vicini mettono del cibo sui pianerottoli.

Prezzo:
Tutti i condomini hanno i loro piccoli segreti” è acquistabile solo su Amazon al prezzo di 1,50 €

Potete trovare Federica su:


Instagram: rubinifederica

Piccola Curiosita`:
Come è nato “Tutti i condomini hanno i loro piccoli segreti”?
L’idea che ha dato vita a “Tutti i condomini hanno i loro piccoli segreti” nasce una sera ad un aperitivo: i partecipanti ad un corso di scrittura creativa erano riuniti al tavolino di un bar, tra loro c’ero anche io (Federica Rubini). Una nostra compagnia di corso inizia a raccontare la storia della casa in cui abita: tra quelle mura c’era stato un caso di cronaca nera. Da quel racconto è nato “Tutti i condomini hanno i loro piccoli segreti”. La mia compagna di corso ha letto il mio racconto e subito è andata ad accertarsi che non ci fossero buchi nei muri.

Beh, che ne pensate?? Give it a chance!


giovedì 22 febbraio 2018

"Ines dell'anima mia" di Isabel Allende - Cosa ne penso?


“Ines Suarez nasce all'inizio del '500 in Spagna, figlia di un modesto artigianodi Plasencia, piccolo paese dell'Estremadura. Dotata di un forte temperamento che male si addice alla condizione femminile sottomessa all'autorita` del clero e del maschio. Ines sposa, contro la volonta` della famiglia, Juan de Malaga, che presto la abbandona per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. La giovane non si da per vinta e con i solid guadagnati cucinando e ricamando, si imbarca anche lei per quelle terre lontane. Li, non trovera` mai suo marito ma un destino molto piu` grande la attende. Da semplice sartina di provincia, Ines Suarez e` destinata a essere una delle fondatrici del Cile e la sua governatrice. In questo libro viene raccontata la storia di una delle donne piu` importanti e allostesso dimenticate della storia.”




Nonostante la Allende scriva libri che non rispecchiano per niente i genere di libri che io apprezzo, la trovo una scrittrice meravigliosa.
In questo libro la Allende vuole rendere giustizia e celebrare dona Ines Suarez, la fondatrice del Cile (mica niente), una delle donne con piu` potere, astuzia e intelligenza che siano mai esistite ma che allo stesso tempo viene citata pochissime volte, in favore dei suoi colleghi maschili. Lo fa in modo che sia Ines stessa a raccontarci la storia della sua vita. La narratrice e` infatti una Ines ormai settantenne, che sente prossima la morte e che per questo motivo vuole lasciare ai posteri la sua versione della storia. Gia ai suoi tempi, infatti, nonostante lei abbia avuto un ruolo non solo importante, ma fondamentale per la conquista del Cile, i suoi contemporanei stanno gia procedendo a relegarla in un angolino, come se non avesse fatto niente di cosi importante, al contrario degli uomini. Lei vuole far sentire la sua voce e quindi, nonostante il cuore le stia per cedere e senta e veda gia` gli spettri delle persone care gia` morte che la attendono, decide di mettersi a scrivere le sue memorie.

L'inizio del libro, dopo tutte queste premesse, mi ha entusiasmato parecchio, ma a un certo punto Ines si perde a descrivere la vita di altri personaggi, come Pedro de Valdivia, che sicuramente hanno un ruolo piu` che fondamentale in questa storia ma che hanno spostato la mia attenzione da lei. Questa cosa succede spesso nella narrazione e per un po` mi ha infastidita; poi ho pensato che la Allende ha immaginato la storia raccontata da un'anziana ed e` normale che gli anziani a volte si perdano un pochino in dettagli, inizino a divagare o a ripetere le cose piu` volte. Alla fine non ho piu` trovato questa cosa irritante ma ha iniziato a farmi tenerezza e a rendere la narrazione piu` “verosimile”.
Il racconto della vita di Ines e` incredibile, non conoscevo la storia di questa donna cosi forte. Ha ovviamente i suoi difetti, non e` perfetta, ma quanto mi piacerebbe assomigliarle almeno nella forza e nella tenacia. In altro forse no, perche` nonostante sia una donna che sicuramente e` andata contro tante cose (e nel suo tempo per una donna era impensabile), di base anche la sua mentalita` e` un pohino maschilista. E` anche normale che sia cosi, stiamo parlando del '500.

Ho trovato anche di grande impatto tutto il contesto in cui la storia si svolge. La Allende, attraverso la voce di Ines, ci racconta benissimo cosa hanno voluto dire le “conquiste” spagnole in terra americana. Se istintivamente siamo anche portati a tifare per gli spagnoli, poi ci si rende conto che in realta` i cattivi sono proprio loro. Piu` volte viene sottolineato il fatto che in fondo i terribili indigeni non stanno facendo altro che reagire a uno straniero che di punto in bianco arriva, pianta una bandiera e pretende che gli indigeni che di diritto abitano quelle terre gli consegnino terre, oro e persino persone; che siano felici di perdere la liberta` e accettino di buon grado di andare a fare lo schiavo, che accettino le violenze atroci in nome di un dio e di un sovrano che non conoscono. Tutto regolare. Gli Europei sono stati parecchio crudeli e arroganti, e soprattutto di memoria corta visto che, per quanto riguarda gli spagnoli, avevano vissuto qualcosa di molto simile a cio che hanno poi imposto nel Nuovo Mondo, quando c'e` stata l'invasione e la conquista da parte dei Mori.

Ma qual'e` il ruolo di Ines in tutto questo? Sapete quando si dice che dietro a un grande uomo c'e` sicuramente una grande donna? Ecco. Se gli uomini andavano in battaglia, conquistavano, ammazzavano e cercavano oro, Ines era li a fondare citta`, organizzarle, dare da mangiare alla popolazione, curarla, farle da madre, dare consigli di guerra.
Ines ci racconta anche dei suoi grandi amori che alla fine sono stati tre. Di questi tre pero` solo l'ultimo posso dire che e` un uomo degno di questo nome. Nessuno fino a Rodrigo le da il rispetto che merita, anzi. Ines viene parecchio maltrattata, ignorata e data per scontata. Forse e` anche questo che non mi e` piaciuto molto. Da una donna di tale forza mi aspetto che non accetti tali comportamenti e soprusi e invece proprio nel privato accetta sempre le delusioni da parte di questi omuncoli, in alcuni momenti perfino giustificandoli. Per molti aspetti Ines era avanti anni luce rispetto alle sue contemporanee ma per altri...insomma…

In alcuni punti ammetto di essermi annoiata un pochino, ma in generale il libro mi e` piaciuto molto. Ho adorato la forza di questa donna. Chissa` quante altre donne sono state protagoniste, hanno contribuito a fare la storia ma poi sono state simpaticamente omesse e dimenticate. Per questo motivo ho apprezzato parecchio il progetto della Allende e Ines sara` un'altra protagonista femminile della quale mi ricordero` spesso in futuro.
Il mio voto per questo libro e` 4/5!!

domenica 18 febbraio 2018

"Le notti di Salem" di Stephen King - Cosa ne penso?


“Da sempre a Marsten House, la maledetta dimora di 'salem's Lot, accadono cose strane e continuano ad accaderne, in particolare da quando due uomini misteriosi si sono stabiiti in quella casa, disabitata da anni. Ben Mears, lo scrittore tornato a 'salem's Lot per cancellare gli incubi dell'infanzia, si trovera` a fronteggiare altri orrori. Orrori tali da gelare il sangue nelle vene.”




Prima di cominciare a parlare del libro, vorrei ribadire un'altra volta una cosa, ne sento il bisogno. Le mie non sono delle vere e proprie recensioni, perche` per quelle c'e` gente piu` capace e preparata di me. I miei sono commenti, opinioni personali in cui parlo principalmente di cosa il libro ha suscitato in me. Se meraviglia, orrore o indifferenza. Questo per dire che sto per dare un brutto voto (da prof ci sto prendendo gusto :D) a un libro decisamente osannato. Succede.

Ecco, io da Le notti di Salem sono rimasta delusa. Forse e` colpa mia che mi aspettavo grandi cose, ma in effetti questo e` uno dei libri piu` apprezzati di Stephen King. E` stato scritto nel pieno della sua giovinezza, dello scoppio del suo talento e come tale e` acclamato da tutti. Purtroppo a me non e` piaciuto molto. Il problema e` che non riesco a capire esattamente cosa sia andato storto tra me e e lui, perche` alcuno cose le ho apprezzate, non lo boccio in pieno.

Cosa mi e` piaciuto? Ho apprezzato moltissimo lo stile di scrittura. E` King al 100% ma non quello un po` troppo “slang e splatter”. Sono molto belle le parti, soprattutto all'inizio dei capitoli, in cui viene descritta la vita in un tipico piccolo paese del Maine o del New England. Sono cose che King puo` descrivere in maniera impeccabile, grazie al dono per le parole con cui e` nato e al fatto che lui in questi posti ci vive da una vita intera. Creano l'atmosfera e ti catapultano a Gerusalem's Lot.
Sono decisamente belle e inquietanti le scene horror. Una delle mie paranoie piu` grandi da piccola era quella di trovare qualcuno fuori dalla finestra, in piena notte, che mi chiede di entrare...al secondo piano… Forse piu` del classico mostro nell'armadio. Da piccola Dracula era il mio babau.
Decisamente apprezzati, quindi, anche i villain di questa storia, i vampiri. Crudeli, famelici e demoniaci come piacciono a me!

Al contrario, invece, non mi e` piaciuto nessuno dei protagonisti buoni, quelli per cui si dovrebbe fare il tifo. E` forse questo che mi ha deluso di piu`. E` importante per un lettore provare una qualche forma di “sentimento” per il protagonista (o per alcuni di essi); che sia simpatia, affetto o anche odio, ma qualcosa devono suscitare. Invece qui tutti, da Ben, al professor Matt (il Van Helsing della storia), a Susan (insignificante) fino al piccolo Mark. Nessuno di loro purtoppo mi ha colpito, mi ha fatto sperare che vincessero o perlomeno che sopravvivessero. Non me ne importava nulla. Ho letto la storia con curiosita` e nient'altro.
Quindi, mi dispiace parecchio per Steve, ma il mio voto per Le notti di Salem e` 3.5/5.
Ora vorrei tanto sapere, e` successo solo a me? C'e` qualcosa in questo libro, e soprattutto nei suoi protagonisti, che io non ho saputo cogliere? Oppure c'e` qualcuno la fuori che e` d'accordo con me? Andiamo, non siate timidi :D


lunedì 12 febbraio 2018

"Uomini che odiano le donne, Millennium 1 " di Stieg Larsson - Cosa ne penso?


“Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, e` scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita.
L'incarico di cercare la verita` e` affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e glli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E piu` scava, piu` le scoperte sono spaventose.”



Stieg Larsson scrisse una trilogia, di cui Uomini che odiano le donne e` il primo volume. Poi, purtroppo, nel 2004 scomparve prematuramente. Non ha mai potuto vedere quindi, quanto le sue opere, pubblicate tutte postume, abbiano avuto un successo planetario. Ricordo perfettamente quando questo primo volume usci`. Ricordo che tutti lo leggevano e aspettavano con ansia la pubblicazione dell'intera trilogia. Ha avuto talmente successo che la saga Millennium e` stata portata avanti. Ma molti dicono che senza Larsson, la storia non e` piu` la stessa.
Dicevo, nonostante tutto questo gran successo, io in piu` di 10 anni non l'avevo mai considerata. Poi, qualche mese fa, ho iniziato a guardare cosi, per noia, la mini serie tv svedese (quella con protagonista Noomi Rapace). Ho iniziato a interessarmi. Mi sono rifiutata di vedere la fine del film per poter comprare il libro. E niente, mi sono totalmente innamorata di Millennium.

Il libro ha quasi 700 pagine che ho letteralmente divorato. Ci sono due storie principali. All'inizio ci viene presentato il protagonista, Mikael Blomkvist, un giornalista di economia in piena crisi in quanto ha appena perso una causa di diffamazione contro un noto uomo d'affari. Mikael l'aveva accusato di alcuni reati piuttosto pesanti, ma all'ultimo momento non e` riuscito a provare le sue accuse. Blomkvist aveva visto giusto, ma non potendo piu` provare niente preferisce accettare la sconfitta e la condanna:una multa salata, tre mesi di carcere e la rovina del suo nome e del suo giornale, il Millennium. In queste prime pagine troviamo una quantita` abbastanza importante di nozioni di economia, truffe, giochi di potere, che potrebbero essere abbastanza pesanti e noiose. Larsson riesce invece a rendere interessanti anche queste parti!

Poi inizia la seconda storia..il vero nocciolo della questione, la trama principale. Un giorno Mikael riceve una chiamata da parte di un noto industriale in pensione. Henrik Vanger offre a Mikael un contratto milionario per scrivere una sua autobiografia e per risolvere un mistero che ha segnato la famiglia per quasi 40 anni. Che fine ha fatto sua nipote Harriet? Chi l'ha uccisa? Dopo i dubbi iniziali Mikael viene totalmente assorbito dalla storia e noi con lui. Non ho mai smesso un attimo di chiedermi che cosa fosse successo alla ragazza, quali segreti nascondessero i membri di questa orribile famiglia. Una famiglia ricca e facoltosa, ma numerosa e piena di serpi velenose. A un certo punto Mikael verra` aiutato nelle indagini da una delle protagoniste piu` strane e affascinanti che io abbia mai incontrato. Io amo, adoro Lisbeth Salander.
A un certo punto della storia il destino di Harriet si puo` intuire, cio` che i due scoprono non mi ha stupito piu` di tanto e l'avevo vagamente immaginato, anche perche` lo scrittore da fin dall'inizio due indizi importanti. Quello che sconvolge e disturba la mente e` piu` che altro la storia che sta dietro, quella che per anni la famiglia e` riuscita a nascondere e che mai nessuno aveva scoperto. Gli uomini che odiano le donne sono li nella famiglia Vanger; ma sono anche gli uomini che Lisbeth incontra e ha incontrato durante tutta la sua vita e che purtroppo hanno contribuito a renderla parte di quello che e` ora (la parte piu` brutta almeno). Il libro intero e` una storia di uomini abusatori e donne odiate, maltrattate e usate.

E` un libro che ho amato tantissimo. Da tempo non ne trovavo uno che mi appassionasse cosi tanto e che mi rimanesse addosso, nella mente e nel cuore. Mi sono seriamente affezionata ai protagonisti (mia cara Lisbeth) e non vedo l'ora di continuare con la triologia.
Questo e` a parer mio un signor Thriller, con la T maiuscola! C`e` il mistero, la suspense, l'imprevedibilita`. Vi avverto che ci sono anche delle scene di violenza abbastanza crude e pesanti; decisamente intense, che mi hanno fatto provare molta rabbia. Ma d'altronde stiamo parlando di un libro dove la violenza, e in particolare quella verso le donne, e` la protagonista assoluta. Larsson e` molto crudo e diretto.

Riassumendo, lo consiglio? Siiiii! Voto? 5/5!!

sabato 3 febbraio 2018

"L'avvelenatrice" di Alexandre Dumas - Cosa ne penso?

“Parigi, 1673. La marchesa di Brinvilliers viene arrestata con un'accusa raccapricciante: e` una serial killer. In seguito alla morte del suo amante durante un esperimento con dei veleni, vengono infatti rinvenute delle lettere in cui il morto e la sua nobile amante fanno delle confessioni terribili. Per poter avere l'eredita` e vivere la loro storia indisturbati, hanno avvelenato e ucciso il padre della marchesa e due fratelli...poi visto che ci hanno preso gusto hanno iniziato anche con nemici vari e hanno tentato di avvelenare la sorella e la cameriera di lei. Con questo piccolo volume Alexandre Dumas ci racconta uno dei piu` celebri fatti di cronaca nera dei secoli passati.”


Forse non tutti sanno che prima di scrivere i suoi piu` celebri romanzi come La trilogia dei moschettieri, Il tulipano nero o Il conte di montecristo, Alexandre Dumas (padre) scriveva libri su famosi fatti di cronaca nera della storia, chiamati “Crimes Celebres”. La storia di Marie-Madeleine d'Aubray, meglio conosciuta come la marchesa di Brinvilliers, e` uno di questi.
Io ammetto che non lo sapevo. Ma e` questo il bello della lettura. Si impara sempre qualcosa. Ci si arricchisce.

Dumas ci racconta in maniera certosina, degno di un moderno giornalista di cronaca nera, i fatti cosi come sono accaduti, riportandoci anche lettere, corrispondenze, rapporti della “polizia” di allora e le confessioni dei protagonisti di questa storia. In verita` la marchesa non ha iniziato da sola ad ammazzare a destra e a manca. Non che fosse una santa, pero` chi l'ha introdotta nel magico mondo dei veleni e` stato in realta` il suo aitante amante. Lei, dall'animo crudele e insensibile, ha comunque subito colto la palla al balzo per disfarsi immediatamente dei suoi nemici (tra cui vorrei ricordare i suoi familiari) solo perche` intralciavano la sua storia clandestina e la sua voglia di denaro. Il suo amante muore prima che tutto il putiferio scoppi; anzi, e` proprio la sua morte a dare il via alle indagini.

Dopo essere stata catturata, la marchesa subisce un processo nel quale la condannano a morte. Da quel momento Dumas ci parla di una marchesa completamente diversa. E` una donna che, messa di fronte al fatto compiuto (e grazie anche a qualche bella tortura), realizza cosa ha combinato e si pente, accettando la sua pena. Dumas a quel punto vorrebbe quasi farci provare pena per lei, ma fino alla fine non ho mai creduto veramente a questo pentimento. Per carita`, non dico che non sia possibile per una persona pentirsi delle proprie azioni, pero` da una donna cosi spietata mi aspettavo fino alla fine il colpo di scena. Che dite, sara` avvenuto davvero?

Inutile dire che una storia di serial killer, realmente accaduta e pure nel passato, per me rappresenta una lettura succosissima che non mi ha per niente delusa. La scrittura e` un po` ostica all'inizio, bisogna abituarsi allo stile, ma poi si va avanti benissimo. Non sapevo di questo lato di Dumas padre e ora sono curiosa di leggere altri “Crimini celebri”.
P.S. Come sempre l'edizione di Abeditore e` una gioia per gli occhi!!
Voto:4.5/5 



venerdì 2 febbraio 2018

"Il Corvo e altre poesie" di Edgar Allan Poe - Cosa ne penso?

“Una raccolta di 20 tra le piu` celebri poesie di Edgar Allan Poe, dalle prime scritte durante la giovinezza fino alle ultime, scritte vent'anni piu' tardi. Poe era solito rimaneggiare piu` volte le sue composizioni e in questa raccolta sono presenti le edizioni piu` recenti. Oltre a queste poesie e` poi presente <La filosofia della composizione>, dove Edgar stesso ci racconta in modo molto dettagliato come avrebbe composto una delle sue opere piu` famose, Il corvo.”


Come ho detto piu` e piu` volte, io sono una grandissima ammiratrice di Poe. I suoi racconti per me sono straordinari e mi catturano dalla prima all'ultima parola. Mi lega a lui una vera e propria passione. Eppure finora conoscevo solo pochissime sue poesie.
A me la poesia non piace. Per molte persone staro` dicendo un'eresia, pero` lo ammetto. Non mi e` mai piaciuta, spesso ho difficolta` a capire i significati. Dal punto di vista poetico sono una capra. Ma soprattutto non mi emozionano. Non mi tirano fuori nulla. Naturalmente conoscevo quella meraviglia che e` The raven (di cui qualche giorno fa abbiamo festeggiato l'anniversario di pubblicazione), ma e` quando ho letto per la prima volta Annabel Lee, qualche mese fa, che ho avuto l'illuminazione. In quel momento ho sentito l'esigenza di leggere di piu`.

Alla fine della lettura di questa piccola raccolta, posso confermare quello che gia` ho detto. Sostanzialmente sono una capra quando si tratta di poesie, quindi probabilmente alcuni suoi componimenti non li ho apprezzati come avrebbero meritato. Pero` confermo il mio amore per The raven ( Il corvo) e Annabel Lee, che sara` per sempre una delle mie poesie preferite. Inoltre ho scoperto altre poesie magnifiche e struggenti, come The sleeper (Lei dorme) oppure For Annie.
Con queste poesie scopriamo una parte piu` intima di Poe. I temi principali sono l'amore, sempre in connubio con la morte e mai affrontato dal punto di vista erotico; c'e` anche qualche richiamo al classicismo, e poi troviamo tanta tristezza, depressione; in maniera delicata Poe ci parla anche di quella grande schiavitu` personale di cui soffre, l'alcolismo. E` un'anima triste e sfortunata e si sente.

In appendice troviamo La filosofia della composizione, un breve saggio in cui Poe ci descrive come e` arrivato a scrivere The raven. Una poesia scritta solo ed esclusivamente per fare un po` di soldi. Nel periodo in cui la scrive, infatti, Poe vive ormai nell'indigenza. In questo saggio Poe vuole sfatare il mito secondo cui gli artisti producono le proprie opere di getto, in preda all'ispirazione che sfiora qualcosa di mistico. In realta`, lui dice, la composizione di un'opera e` un processo certosino, che richiede ragionamenti su ragionamenti. Probabilmente quello che ha scritto non e` del tutto vero, pero` e` comunque affascinante da leggere.
E` molto difficile parlare di questi componimenti senza smembrarli e farli diventare quasi sterili. Inoltre non sono in grado di analizzare delle poesie, io. Vi consiglio di leggerli e farvi trasportare dalle sue parole. Se hanno rapito e emozionato me, vedrete che le apprezzerete tantissimo!!
Voto 5/5!



giovedì 1 febbraio 2018

"Il fantasma di Canterville e altri racconti" di Oscar Wilde - Cosa ne penso?

“Piccola raccolta di tre racconti di Oscar Wilde:
- il celebre Fantasma di Canterville, in cui una famiglia americana acquista un antico maniero occupato pero` da un particolare inquilino, il fantasma del terribile Lord Canterville, che nei secoli ha terrorizzato decine di persone. Riuscira` la nuova famiglia a sopportarne la presenza o si pentira` del suo acquisto?
- Il crimine di Lord Arthur Savile, in cui un chiromante avverte Lord Arthur che nel suo futuro e` previsto un omicido. Il nostro protagonista non si dara` pace al pensiero di questa previsione, ma non per il motivo per cui si potrebbe pensare.

- Il compleanno dell'infanta, in cui si raccontano i festeggiamenti per il compleanno della neo dodicenne infanta di Spagna.”



Dopo aver letto qualche libro fresco, di autori emergenti, sentivo il bisogno di leggere un autore piu` maturo, un bel classico. Nella mia lista di libri ancora da aprire era presente questo libricino di circa 100 pagine e in piu` sentivo un po` la mancanza di Wilde, percio` l'ho iniziato subito.

Oscar Wilde e` noto per il suo particolare stile. E` molto ironico e in questi racconti tale caratteristica si avverte subito fin dal primo racconto. Ne “Il fantasma di Canterville”, che nonostante il titolo, non e` un racconto horror, troviamo che i personaggi sono tutti estremamente esagerati; delle vere e proprie caricature. Abbiamo da una parte la moderna famiglia americana, tutta razionalita` e modernita`, che nel momento in cui tocca con mano la reale presenza di un fantasma nella loro nuova casa non si da per vinta, anzi! Al contrario dei passati inquilini, classici inglesi troppo attaccati alle tradizioni e alle leggende. Dall'altra abbiamo il fantasma, che dovrebbe essere spaventoso e crudele, ma in realta` lo e` solo perche` deve recitare quella parte. Perche` e` questo che ci si aspetta dal vecchio fantasma di un assassino. In realta` Lord Canterville sara` goffo, ci fara` sorridere, proveremo pena per lui e anche un pochino di tenerezza, quando finalmente si confidera` con Virginia, la giovane figlia dei signori Otis.

Stessa storia in “ Il crimine di Lord Arthur Savile”, dove troviamo i signori dell'alta societa` inglese, tutti balli, pettegolezzi e buone maniere, che per passare il tempo invitano alle loro feste un celebre chiromante. Dalla lettura della mano di Lord Arthur derivano una serie di peripezie al limite del grottesco, in cui Lord Arthur, invece di preoccuparsi perche` questo fantomatico delitto non accada mai, fa proprio tutto il contrario. Si convince che questo omicidio e` un fastidio che deve togliersi dalla mente per poter andare avanti e quindi fa di tutto per metterlo in atto, creando situazioni ovviamente assurde.
Il terzo racconto vede invece protagonista l'infanta di Spagna e un nano deforme, chiamato a corte per fare il buffone alla festa di compleanno della ragazzina. Qui viene messa in evidenza quanto i ragazzini possono essere veramente crudeli, causando sofferenza anche senza accorgersene.

I primi due racconti mi sono piaciuti tantissimo. Li ho trovati intelligenti, ironici e divertenti. Anche il terzo non e` male ma personalmente l'ho trovato abbastanza triste. Il triste destino del nano e` commovente.
Se volete leggere Wilde, partendo da qualcosa di semplice e veloce, uno di questi racconti fa sicuramente per voi. Soprattutto il Fantasma di Canterville, lo adoro!!

Voto: 4.5/5