“Ines
Suarez nasce all'inizio del '500 in Spagna, figlia di un modesto
artigianodi Plasencia, piccolo paese dell'Estremadura. Dotata di un
forte temperamento che male si addice alla condizione femminile
sottomessa all'autorita` del clero e del maschio. Ines sposa, contro
la volonta` della famiglia, Juan de Malaga, che presto la abbandona
per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. La giovane non si da per vinta e
con i solid guadagnati cucinando e ricamando, si imbarca anche lei
per quelle terre lontane. Li, non trovera` mai suo marito ma un
destino molto piu` grande la attende. Da semplice sartina di
provincia, Ines Suarez e` destinata a essere una delle fondatrici del
Cile e la sua governatrice. In questo libro viene raccontata la
storia di una delle donne piu` importanti e allostesso dimenticate
della storia.”
Nonostante
la Allende scriva libri che non rispecchiano per niente i genere di
libri che io apprezzo, la trovo una scrittrice meravigliosa.
In
questo libro la Allende vuole rendere giustizia e celebrare dona Ines
Suarez, la fondatrice del Cile (mica niente), una delle donne con
piu` potere, astuzia e intelligenza che siano mai esistite ma che
allo stesso tempo viene citata pochissime volte, in favore dei suoi
colleghi maschili. Lo fa in modo che sia Ines stessa a raccontarci la
storia della sua vita. La narratrice e` infatti una Ines ormai
settantenne, che sente prossima la morte e che per questo motivo
vuole lasciare ai posteri la sua versione della storia. Gia ai suoi
tempi, infatti, nonostante lei abbia avuto un ruolo non solo
importante, ma fondamentale per la conquista del Cile, i suoi
contemporanei stanno gia procedendo a relegarla in un angolino, come
se non avesse fatto niente di cosi importante, al contrario degli
uomini. Lei vuole far sentire la sua voce e quindi, nonostante il
cuore le stia per cedere e senta e veda gia` gli spettri delle
persone care gia` morte che la attendono, decide di mettersi a
scrivere le sue memorie.
L'inizio
del libro, dopo tutte queste premesse, mi ha entusiasmato parecchio,
ma a un certo punto Ines si perde a descrivere la vita di altri
personaggi, come Pedro de Valdivia, che sicuramente hanno un ruolo
piu` che fondamentale in questa storia ma che hanno spostato la mia
attenzione da lei. Questa cosa succede spesso nella narrazione e per
un po` mi ha infastidita; poi ho pensato che la Allende ha immaginato
la storia raccontata da un'anziana ed e` normale che gli anziani a
volte si perdano un pochino in dettagli, inizino a divagare o a
ripetere le cose piu` volte. Alla fine non ho piu` trovato questa
cosa irritante ma ha iniziato a farmi tenerezza e a rendere la
narrazione piu` “verosimile”.
Il
racconto della vita di Ines e` incredibile, non conoscevo la storia
di questa donna cosi forte. Ha ovviamente i suoi difetti, non e`
perfetta, ma quanto mi piacerebbe assomigliarle almeno nella forza e
nella tenacia. In altro forse no, perche` nonostante sia una donna
che sicuramente e` andata contro tante cose (e nel suo tempo per una
donna era impensabile), di base anche la sua mentalita` e` un pohino
maschilista. E` anche normale che sia cosi, stiamo parlando del '500.
Ho
trovato anche di grande impatto tutto il contesto in cui la storia si
svolge. La Allende, attraverso la voce di Ines, ci racconta benissimo
cosa hanno voluto dire le “conquiste” spagnole in terra
americana. Se istintivamente siamo anche portati a tifare per gli
spagnoli, poi ci si rende conto che in realta` i cattivi sono proprio
loro. Piu` volte viene sottolineato il fatto che in fondo i terribili
indigeni non stanno facendo altro che reagire a uno straniero che di
punto in bianco arriva, pianta una bandiera e pretende che gli
indigeni che di diritto abitano quelle terre gli consegnino terre,
oro e persino persone; che siano felici di perdere la liberta` e
accettino di buon grado di andare a fare lo schiavo, che accettino le
violenze atroci in nome di un dio e di un sovrano che non conoscono.
Tutto regolare. Gli Europei sono stati parecchio crudeli e arroganti,
e soprattutto di memoria corta visto che, per quanto riguarda gli
spagnoli, avevano vissuto qualcosa di molto simile a cio che hanno
poi imposto nel Nuovo Mondo, quando c'e` stata l'invasione e la
conquista da parte dei Mori.
Ma
qual'e` il ruolo di Ines in tutto questo? Sapete quando si dice che
dietro a un grande uomo c'e` sicuramente una grande donna? Ecco. Se
gli uomini andavano in battaglia, conquistavano, ammazzavano e
cercavano oro, Ines era li a fondare citta`, organizzarle, dare da
mangiare alla popolazione, curarla, farle da madre, dare consigli di
guerra.
Ines
ci racconta anche dei suoi grandi amori che alla fine sono stati tre.
Di questi tre pero` solo l'ultimo posso dire che e` un uomo degno di
questo nome. Nessuno fino a Rodrigo le da il rispetto che merita,
anzi. Ines viene parecchio maltrattata, ignorata e data per scontata.
Forse e` anche questo che non mi e` piaciuto molto. Da una donna di
tale forza mi aspetto che non accetti tali comportamenti e soprusi e
invece proprio nel privato accetta sempre le delusioni da parte di
questi omuncoli, in alcuni momenti perfino giustificandoli. Per molti
aspetti Ines era avanti anni luce rispetto alle sue contemporanee ma
per altri...insomma…
In
alcuni punti ammetto di essermi annoiata un pochino, ma in generale
il libro mi e` piaciuto molto. Ho adorato la forza di questa donna.
Chissa` quante altre donne sono state protagoniste, hanno contribuito
a fare la storia ma poi sono state simpaticamente omesse e
dimenticate. Per questo motivo ho apprezzato parecchio il progetto
della Allende e Ines sara` un'altra protagonista femminile della
quale mi ricordero` spesso in futuro.
Il
mio voto per questo libro e` 4/5!!
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