lunedì 29 ottobre 2018

"Orgoglio e pregiudizio e zombie" di Seth Grahame-Smith - Cosa ne penso?


“Da ormai 50 anni l'Inghilterra e` stata colpita da un morbo incurabile, che trasforma i morti in zombie affamati di cervelli umani e la piaga e` cosi vasta che tutti i giovani, ragazzi e ragazze, sono impegnati fin dall'infanzia a imparare le arti marziali e a destreggiarsi con armi e altri strumenti di morte. Tutti sono devoti alla Causa, almeno fino a quando non si saranno sposati.
E tra un allenamento e una spedizione punitiva in cerca di zombie da far fuori, si sviluppa la arcinota vicenda delle sorelle Bennet, e dell'amore travagliato tra la testarda Elizabeth e lo scontroso Darcy.”



Quando Seth Grahame-Smith lesse per la prima volta Orgoglio e pregiudizio, non ne ebbe una buona impressione. Come renderlo piu` accattivante? Aggiungiamo qualche zombie qua e la!
Scherzi a parte, cosa sarebbe questo libro? Una rivisitazione? L'autore si e` semplicemente ispirato alla storia originale? No. Il romanzo che ho appena letto e` in tutto e per tutto il libro scritto dalla Austen in cui, ogni tanto, sono state inserite delle scene con piu` azione e qualche morto vivente. In pratica non sara` per niente strano che una conversazione tra due protagonisti della storia venga interrotta dall'arrivo di un'orda di zombie per poi assistere a una scena degna di Jackie Chan.
E` comprensibile quindi che vista in questo modo, l'intera idea di Grahame-Smith possa risultare un abominio e che i fan della Austen e di Orgoglio e pregiudizio si siano sentiti quasi “insultati”.
Ma dopo aver letto questa versione, posso dire che non e` cosi.

Se deciderete mai di affrontare questa lettura, sia che conosciate gia il romanzo di zia Jane, sia che non lo abbiate mai letto, e` importante affrontarlo nella maniera giusta. Questo libro non e` un insulto, non e` brutto, non e` un affronto; e` semplicemente una parodia. E pure ben riuscita.
Le parti “aggiunte”, per quanto assurde per il contesto, sono state inserite in maniera a parer mio intelligente; e` ovvio che il lettore si accorgera` del cambio di autore, pero` Grahame-Smith e` riuscito ad adattare la storia da lui inventata e soprattutto il linguaggio a quello pensato dalla Austen. Il risultato e` molto fluido, le parti originali e aggiunte non sembrano staccate tra di loro, ma si amalgamano bene.
Ne viene fuori una lettura parecchio divertente, leggera e sdrammatizzata. Ed e` con questo spirito che consiglio di affrontare questa lettura!

Io mi sono divertita parecchio, e ho anche riso in qualche occasione. E` stata una lettura leggera, nonostante stessi leggendo un classico, e nonostante io difenda sempre questo genere di libri, non ho mai avuto l'impressione che la Austen fosse stata in qualche modo “violata”. E` una parodia, e come tale va presa. Quindi, consiglio questo libro? Si! Se affrontata nella maniera giusta il divertimento e` assicurato.
Certo, se non conoscete il romanzo originale e pensato di avvicinarvi partendo direttamente da questo, allora sbagliate strada! Ma se gia` avete letto Orgoglio e pregiudizio e avete voglia di leggere una versione piu` spiritosa, allora potete leggerlo. Senza “pregiudizio”, mi raccomando! Ovviamente non lo considero un capolavoro, ma una lettura molto piacevole e adatta al periodo. Il mio voto e` di 3.5/5.  


domenica 28 ottobre 2018

"Frankenstein" di Mary W. Shelley - Cosa ne penso?


“Siamo nel Nord piu` profondo. Una nave e` momentaneamente bloccata dal ghiaccio, quando viene avvistato un uomo alla guida di una slitta trainata da cani. Il comandante Walton ordina di issare l'uomo, ormai stremato, che dopo essersi ripreso decide di raccontare la propria storia. L'uomo raccolto e` uno scienziato svizzero, il dottor Viktor Frankenstein, e si trova li perche` ha una missione: trovare e uccidere il risultato del suo esperimento piu` abominevole. Inizia dunque un lungo racconto, durante il quale il dottor Frankenstein ripercorre la sua vita felice e tranquilla fino al funesto giorno in cui decise di creare la vita, riportando in vita un uomo e creando un mostro, che portera` rovina e sventura alla sua famiglia e che rischia di diventare una seria minaccia per il mondo intero.”




La storia della nascita di questo romanzo di Mary W. Shelley e` molto nota ormai, ma per chi ancora non ne conoscesse l'origine, assicuro che e` molto curiosa. E` infatti il frutto di una notte passata a leggere storie di fantasmi tra amici durante una notte buia e tempestosa: gli amici erano Mary Shelley e il marito, John W. Polidori e Lord Byron. Da questa notte abbiamo avuto in dono “Il vampiro” di Polidori (erroneamente attribuito a Lord Byron in un primo momento) e appunto “Frankenstein – Il moderno Prometeo” di Mary Shelley.

Come per altri romanzi in cui il protagonista e` un “mostro” ormai entrato nella tradizione popolare horror (Dracula, per esempio), anche nel caso di Frankenstein con il tempo si e` perso quello che e` stato il significato originale; le caratteristiche dei protagonisti della storia sono state prese, rivisitate talmente tante volte che l'idea che abbiamo oggi del dottor Frankestein e del suo mostro sono leggermente diverse da quelle che Mary Shelley ha messo su carta. Tanto per cominciare, siamo abituati a pensare a Frankenstein come a un mostro ottuso, senza cervello, guidato solo dai suoi istinti animaleschi mentre il dottore che lo ha creato e` si, un po` pazzo, ma fiero della sua creatura come se fosse un figlio. Niente di piu` sbagliato.
Abbiamo creato nel tempo una semplice storia dell'orrore, con un mostro che dovrebbe far paura e ci siamo dimenticati di tutto il grosso e importante significato che sta dietro questa storia.

Tanto per cominciare, il “mostro” non solo non si chiama Frankenstein (nome del suo creatore) ma non ce l'ha neanche un nome. Questo perche` il dottore, una volta passata la frenesia e l'eccitazione per la riuscita del suo esperimento, e dato uno sguardo alla creatura sul suo tavolo, prova una immediata repulsione; prova orrore e si, anche un po` di schifo, si convince che la creatura sia malvagia e ..scappa. Lascia baracca e burattini e va a nascondersi, come i bambini che si convincono che se chiudono gli occhi, la marachella appena combinata scomparira`. Da questa mia affermazione si puo` forse intuire perche` il dottor Frankenstein non riuscira` mai, durante tutto il romanzo, a suscitare un po` di simpatia o solidarieta` in me. Infatti non si prendera` mai la responsabilita` di cio` che ha fatto, ma sara` sempre colpa del mostro. Il mostro e` cattivo, basta guardarlo, e sicuramente compira` qualche orrendo misfatto. Certo.

Il mostro effettivamente qualche orrendo misfatto lo compie, ma perche` ce lo conducono. In realta` il mostro non e` per niente privo di cervello e tantomeno cattivo. E` estremamente intelligente, tanto da imparare a parlare, leggere e ragionare in pochi mesi e soprattutto, all'inizio e` una creatura buona, pura, incontaminata. Non e` ancora stata macchiata dalla cattiveria del mondo ed e` come un bambino. Ha un estremo desiderio del contatto umano, vuole compagnia, vuole essere amato e fa alcuni tentativi in questo senso, ma ogni volta che si mostra all'uomo la reazione e` sempre la stessa: terrore, rabbia, violenza. Ne hanno paura e tentano di ucciderlo. Se pero` fosse solo per queste persone, il loro comportamento e` in parte giustificabile perche` solo il lettore sa, in quel momento, che la creatura e` buona. Le reazioni che suscita negli estranei e` puro istinto di sopravvivenza. Cio` che trovo imperdonabile e che alla fine e` quello che spinge la creatura a uccidere, e` la reazione del dottore. Se anche per lui potrebbe valere questa giustificazione per il loro primo incontro, non vale piu` successivamente: la creatura, infatti, cerca piu` volte di parlare con il proprio creatore, Frankenstein ha quindi l'occasione di capire che la creatura non e` una minaccia ma vuole solo essere accettata e sarebbe una sua responsabilita` provvedere a questo. Alla creatura, in fondo, sarebbe bastato solo questo, l'affetto da parte dell'uomo che l'ha messo al mondo.
E` invece il dottore la creatura piu` ottusa in questo racconto, perche` nonostante le parole e i gesti, per lui e` piu` importante quello che vede: l'aspetto non mente, la creatura e` orrenda e quindi malvagia e bugiarda.
Ecco che la creatura uccide. Se tutti credono che sia malvagio, allora vuole dare una buona ragione per ritenerlo tale. In realta` fino alla fine la creatura non diventa mai veramente cattiva, ma anzi, si pentira` degli atroci gesti commessi; ma il pregiudizio e` piu` forte dei fatti.
Ecco perche` questo romanzo non andrebbe considerato una semplice storia dell'orrore, perche` dietro c'e` un significato molto piu` profondo. E` una storia di solitudine, di amore negato, di accettazione; e` una storia sul pregiudizio e sulle conseguenze che questo puo` avere sulla vita delle persone.

E` stata una rilettura decisamente piacevole, ed e` diventato uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Toccante, mi ha fatto indignare e riflettere e per questo non posso non dargli altro che un 5/5 pieno.



lunedì 22 ottobre 2018

"Le case del brivido" AA.VV. - Cosa ne penso?


“Nelle ore piu` cupe della notte le finestre cigolano, un rumore di passi si ode sulle scale, una porta inizia lentamente ad aprirsi...comincia il terrore!
Dall'orrore della storia di Steohen King che non vi consentira` piu` di guardare un armadio senza provare un brivido alla sanguinosa soluzione dell'enigma di Lizzie Borde descritto da Robert Bloch, ecco 17 storie del terrore scritte dai migliori autori di questo genere.”




Sicuramente un bel racconto horror ambientato in un epoca lontana o in un mondo inventato, se scritto da una buona penna puo` mettere qualche brivido. Ma forse si riesce a ottenere molta piu` suspence se questi racconti horror sono ambientati in un luogo familiare, che magari da un senso di tranquillita` e di sicurezza. E quale posto migliore di una casa? La casa e` pace, la casa e` rifugio; ma se e` proprio la casa ad essere posseduta, a metterci in pericolo allora dove possiamo nasconderci? Ecco perche` le storie horror con case “infestate” hanno sempre molto successo.
E in questo periodo si parla tanto di case infestate (la butto li...Hill House :D). Certamente alla Jackson dobbiamo il merito di aver introdotto un particolare tipo di genere “casa dell'orrore” ma non e` stata la prima. E soprattutto in questa raccolta non ci sono solo case abitate dai fantasmi ma molto di piu`.

I temi trattati da questi diciassette autori sono tanti: abbiamo i fantasmi ma anche mostri, “babau”, alieni, assassini e altri misteri che rendono queste dolci casette teatro di terrori. Gli scrittori scelti sono tutti ottimi autori, scrittori, poeti, sceneggiatori e drammaturghi che coprono un periodo storico che va dalla meta` del XVIII secolo fino ai giorni nostri e i racconti sono appunto pubblicati in ordine cronologico. Questo ci permette anche di vedere come il tema della casa del brivido e` trattato e cambia a seconda della societa` e dei costumi del periodo in cui quel particolare autore e` nato e vive.
Partiamo quindi da La casa e il cervello di Edward Bulwer-Lytton, in cui vengono affrontati tutti i temi cari agli intellettuali di meta` '800 come la superiorita` della scienza, la razionalita`, l'entusiamo post-Darwin e il mesmerismo, per arrivare a I bambini ridevano cosi dolcemente di Charles L.Grant in cui il protagonista e` un uomo dei tempi moderni sposato, con villetta e lavoro da insegnante annessi.

Ovviamente non mi sono piaciuti tutti allo stesso modo, ma tra diciasette diversi racconti ho trovato quelli mi che sono piaciuti tantissimo, quelli che mi hanno lasciata piu` o meno indifferente e quelli che non mi sono piaciuti per niente.
Tra quelli che mi hanno annoiata c'e` proprio La casa e il cervello, perche` generalmente le storie con questo tipo di tematiche mi annoiano molto e mi irritano pure un pochino per la spocchia con la quale sono scritte, oppure La casa a Bel Aire che ho trovato un po` banalotta.
I miei racconti preferiti, invece, sono stati: I ratti nei muri tipico racconto nel perfetto stile “Chtulhu” di H.P.Lovecraft e La cosa in cantina di David H. Keller e L'uomo nero di Stephen King, in cui viene affrontato il tema del “babau”, una delle cose che da piccola mi hanno impressionata di piu` e che tutt'ora mi fanno controllare e sigillare l'armadio ogni notte, giuro! Ognuno ha le sue tare.

Una menzione particolare per due racconti che mi hanno colpito, sebbene per motivi molto diversi.
Il primo al quale mi riferisco e` Nessun posto per nascondersi di Jack L. Chalker. Leggendo questo racconto ho provato sentimenti decisamente contrastanti: all'inizio l'autore ci parla di una casa costruita su una collina ritenuta maledetta dagli abitanti del luogo e che e` stata, nel corso degli ultimi 200 anni, teatro di terribili e irrisolti omicidi e questa carrellata di cold case e` davvero avvincente! Poi, improvvisamente veniamo catapultati in un futuro lontano migliaia e migliaia di anni, quando i terrestri sono in lotta con bruttissimi alieni provenienti da Sirio e li abbiamo la soluzione per questi “cold case”. Si, c'entrano gli alieni e i viaggi nel tempo! Capite che dall'entusiamo iniziale mi sono ritrovata spiazzata tanto da chiedermi quale mitica ca...volata stessi leggendo. Tuttavia vi consiglio di continuare la lettura perche` il racconto diventa qualcosa di tragicomico, con un protagonista alieno decisamente sfigato, che alla fine mi ha fatto sorridere! Si, l'ho trovato veramente carino. Macabro, ma divertente!
Per l'ultimo racconto di cui voglio parlare torno seria, perche` ha una tematica importante. Parlo di La carta da parati gialla di Charlotte Perkins Gilman. In questo racconto non ci sono fantasmi o presenze misteriose, ma tutto quello che avviene e` causato dalla mente della protagonista. Questa e` infatti una donna di fine '800, inizio '900 che viene letteralmente segregata in una camera dal marito (medico) come cura per la depressione post-partum. Gli avvenimenti ci vengono raccontati dalla protagonista stessa, della quale leggiamo il diario ed e` qualcosa di angosciante perche` se all'inizio la donna sta male ma e` ancora abbastanza lucida, piano piano il lettore assiste impotente alla degenerazione della mente della donna che inizia a delirare, ad avere allucinazioni e a diventare paranoica; tutto cio` sfocia quindi nella follia finale. Questo racconto e` molto importante perche` l'autrice, una delle prime femministe del secolo scorso, affronta in maniera potente un tema che nel suo periodo era un taboo, ovvero la depressione e in particolare quella post-partum e soprattutto il modo in cui veniva affrontata: si tendeva a nascondere, sminuire, trattare la donna da isterica o come una bambina capricciosa. Cio` che lei scrive e` molto potente e questo racconto e` famoso per quello.

Una raccolta tutto sommato molto carina, in cui ho apprezzato la scelta degli autori e il fatto che il tema “casa dei brividi” sia affrontato in modo sempre diverso, senza nessuna scopiazzatura o senso di deja-vu`. I racconti sono scritti in maniera perfetta, anche se non tutti mi sono piaciuti ma quello e` soggettivo. Trovo che sia una raccolta niente male da leggere, soprattutto in questo periodo Halloweenesco, quindi se riuscite a trovarla consiglio di darle una possibilita`. 

domenica 21 ottobre 2018

"Dentro la maschera" con racconti di Schwob,Meyrink,Maupassant e Poe - Cosa ne penso?


La settimana scorsa ABEditore mi ha fatto una piccola ma graditissima sorpresa, inviandomi l'ultimo arrivato della casa editrice e della collana “Piccoli mondi”.
Dentro la maschera e` un volumetto contenente quattro racconti in cui il tema principale e` la maschera, figurativa e letterale, indossata dai personaggi protagonisti di queste brevi storie.
Citando un passo della prefazione, il tema si puo` introdurre cosi`:

"Se la maschera crea da un lato il comico e il buffonesco e dall’altro il deforme e l’orribile, è altrettanto vero che talvolta questi mondi, in apparenza distanti, convergono intrecciandosi in quelli che si potrebbero definire a tutti gli effetti labirinti dell’orrore. Ed è questa la chiave di lettura necessaria per penetrare nell’oscurità dei racconti scelti, in un crescendo di incubi, allucinazioni e disperazione che dilatano il tempo e lo spazio innescando un dubbio strisciante: qual è il vero io? Le sovrastrutture dell’io date dalla società e da valori non condivisi conducono, più o meno consapevolmente, a mostrare parti frammentate e non necessariamente veritiere di se stessi. Ma cosa si cela realmente negli abissi dell’uomo? La domanda resta senza risposta certa, nella vita così come nella letteratura che la rispecchia."


La lettura di questo volume prende poco tempo, ma e` stata un'ora e mezza veramente produttiva e emozionante.

Il re dalla maschera d'oro di Marcel Schwob e` una sorta di favola in cui in un regno immaginario, tutti a corte sono costretti a portare una maschera: il re porta una maschera d'oro, i sacerdoti una maschera raffigurante un'espressione di preoccupazione, i giullari una maschera allegra e le donne una quarta maschera con un sorriso ammaliante. Queste maschere vanno portate perennemente e neanche il re ha mai visto la sua immagine riflessa; fino a quando a corte arriva a gettare scompiglio un vecchio cieco che tuttavia sa leggere inaspettatamente il vero volto delle persone.
Indossare una maschera” e` alla base di molte opere della letteratura ed e` anche un modo di dire che si usa nella realta` di tutti i giorni quando si vuole far intendere che spesso la facciata che “mostriamo” e` diversa da quello che siamo in realta`; che una maschera immaginaria viene indossata per nascondere quello che c'e` dietro e non si vuole mostrare agli altri. Nel caso di questo racconto, che per atmosfere fiabesche e allo stesso tempo macabre (non per tematiche) mi ha ricordato molto “Hop-Frog” di Poe, la maschera indossata dai protagonisti e` fisica ma la funzione e` sempre la stessa: ci vuole l'anziano cieco per rivelare cio` che si nasconde dietro alle maschere della corte ed ecco che i sacerdoti in realta` sghignazzano, i giullari sono tristi, le donne non sempre sono belle e aggraziate e il re e` brutto e lebbroso. Messo davanti a questa realta`, cosi diversa da quella che credeva, il re non riesce a sopportarne la vista, non vuole accettarlo e ne viene annientato.

Ne L'uomo sulla bottiglia di Gustav Meyrink assistiamo invece a una festa in maschera organizzata da un ricco principe persiano, durante la quale viene annunciata la rappresentazione di uno spettacolo chiamato “L'uomo nella bottiglia”. Durante lo spettacolo gli invitati assistono a un Pierrot chiuso in una grande bottiglia di vetro sulla quale si trova seduto il principe in persona. La gente assiste prima divertita, poi perplessa fino a quando, inorriditi, capiscono il senso dello spettacolo.
In questo racconto il tema dominante e` la vendetta perpetrata in maniera abbastanza cruenta. Questo credo che sia il racconto che mi e` piaciuto meno di tutti, nonostante rimanga uno dei racconti piu` angoscianti perche` fino alla fine i presenti non si rendono conto di quello che sta succedendo e assistono quasi impassibili all'agonia di un uomo che li vede, chiede aiuto ma non riceve nulla.

In La maschera di Guy de Maupassant, siamo a un altro ballo; un ballerino sfrenato con una bella maschera si fa notare dai presenti per le sue fantastiche evoluzioni fino a quando non cade svenuto. A quel punto tutti rimangono stupiti quando, togliendogli la maschera dal volto, scoprono che si tratta di un uomo anziano. Un medico presente si assume l'onere di riportare a casa lo stanco e ubriaco anziano e li trova la moglie, che trovandosi di fronte a un estraneo e presa dalla gratitudine ne approfitta per sfogarsi e raccontare al medico la sua vita matrimoniale.
Questo racconto mi ha divertita e allo stesso tempo messo un po` di tristezza. Ho provato compassione per la moglie dell'anziano protagonista, che racconta al medico la sua vita passata a servire e a sopportare un marito traditore seriale e particolarmente str…., come se fosse la cosa piu` normale del mondo; ma soprattutto, ho provato pieta` in fondo per questo vecchietto che non riesce ad accettare la cosa piu` naturale che possa esserci: il passare del tempo e l'invecchiamento. E` sempre stato un bell'uomo, aitante e pieno di donne e per questo sceglie solo balli in maschera; e` solo in questo modo che puo` nascondere la sua vera` eta`, le rughe e i capelli bianchi, fare finta che non esistano e fingere davanti agli altri ma soprattutto davanti a se setsso di essere ancora quello di un tempo. Un altro tema decisamente attuale!

La raccolta si conclude con La maschera della Morte Rossa, uno dei piu` celebri racconti di Edgar Allan Poe, in cui il principe di un paese flagellato dalla famigerata Morte Rossa decide di riunire i suoi amici e di rinchiudersi in un castello per tentare di evitare il contagio. Tutti sono talmente convinti di essere al sicuro da aver voglia di fare un gran ballo in maschera e di divertirsi, almeno fino a quando in mezzo agli invitati non si presenta una maschera inquietante, che non appartiene a nessuno di loro.
Inutile dire che e` stato il mio racconto preferito, letto per la decimilionesima volta senza che perda mai di fascino. Io e la mia ossessione.

Una raccolta di racconti breve, concisa e estremamente interessante, che mi ha dato modo di approcciarmi ad alcuni autori che conoscevo ma di cui non avevo ancora letto niente. Una vera chicca, sia per la scelta del tema di questo “Piccolo Mondo” sia per la scelta dei racconti.
Io ho dato come sempre il mio commento personale e decisamente ignorante in merito e invito quindi a leggere la prefazione scritta da Sara Elisa Riva (https://www.instagram.com/the_nerd_writer/), che puo` dare informazioni molto interessanti e con un approccio decisamente piu` professionale del mio!
Piano piano sto collezionando tutti i Piccoli Mondi di ABEditore e non smetto mai di meravigliarmi davanti alle illustrazioni, che in questo piccolo volumetto abbondano. Se volete dare uno sguardo piu` da vicino a questo libro vi invito a cliccare su questo link https://lamaschera.abeditore.it/ 

Come sempre, me li vorrei incorniciare tutti!





domenica 7 ottobre 2018

"L'Esorcista" di William Peter Blatty - Cosa ne penso?


“Padre Karras e` un gesuita e psichiatra che sta vivendo una crisi personale e di fede molto importante: non e` piu` sicuro di credere in Dio e in tutto cio` a cui ha consacrato la sua vita, non si sente piu` in grado di assistere i suoi confratelli. Un giorno viene contattato da Chris McNeal, la famosa stella di Hollywood; la donna e` disperata, cerca aiuto per la sua bambina. Dopo averla portata da vari medici e psichiatri, infatti, nessuno e` ancora riuscito a curare le gravi crisi di cui la bambina e` vittima e l'atea Chris e` sempre piu` convinta che la vera ragione della malattia della figlia sia un'altra: un demone molto potente ha preso il controllo del corpo di Regan e solo un prete puo` aiutarle a questo punto.”




L'esorcista e` il romanzo best seller di William Peter Blatty pubblicato nel 1971 dal quale e` stato tratto nel 1973 il famoso film diretto da William Friedkin. E` uno dei film horror piu` famosi e piu` visti di tutti i tempi, che ancora oggi e` rimasto impresso nella mente di molti, la mia compresa. Per me il “film dell'Esorcista” e` una tradizione di Halloween da quando avevo circa 13 anni e quindi per quest'anno ho deciso di recuperare la lettura del romanzo, che non avevo ancora letto.

Il libro e` diviso in quattro parti e ogni parte inizia con un evento o un episodio di svolta per l'intera storia. Nella prima parte facciamo la conoscenza dei protagonisti: il libro si apre con la descrizione di un misterioso prete impegnato in degli scavi archeologici in Iraq. Il prete capisce che e` arrivato il momento di tornare a casa per affrontare nuovamente un suo vecchio nemico. Abbiamo appena conosciuto padre Merrin, anche se non viene ancora nominato e la sua presentazione e` misteriosa e quasi mistica.
Poi vengono gli altri protagonisti, che ci vengono presentati nella loro quotidianita`. Per primo abbiamo padre Karras, un prete gesuita di umili origini e psichiatra, consulente psicologico della comunita` di gesuiti di cui fa parte. Il suo compito e` quello di dare assistenza psicologica ai preti che attraversano un periodo difficile, che hanno qualche problema o dubbio personale ma ultimamente padre Karras sente di non poter piu` ricoprire quel ruolo. Sta egli stesso affrontando una dura crisi personale, non ha piu` fede in Dio, non ha piu` la pazienza di sentire i problemi degli altri. In piu` e` sempre piu` schiacciato dal senso di colpa nei confronti della madre, che sente di aver abbandonato. Questa sua situazione psicologica e` molto importante per lo sviluppo del romanzo in quanto e` proprio a causa di questa crisi che padre Karras sara` restio ad accettare la situazione di Regan.
Per ultime ci vengono presentate le McNeil. Chris e` una famosa attrice di Hollywood, che si trova a Washington per girare un nuovo film e abita proprio davanti al campus dei gesuiti; con lei abitano due domestici, la sua segretaria e sua figlia, una dolce undicenne di nome Regan. La vita delle McNeil procede abbastanza serena fino a quando Regan inizia a giocare con una tavoletta Ouija portata a casa proprio da Chris, che essendo atea non crede ai misteriosi poteri della tavola, percio` non si mette problemi nel vedere che la figlia gioca e parla con un amico immaginario, il capitano Howdy.

Le cose pero` cambiano quando nella casa iniziano a verificarsi degli eventi strani, che culminano con odori sgradevoli, rumori in soffitta, letti che si muovono e il cambiamento del capitano Howdy che da gentile diventa violento. Regan viene portata da diversi medici che prima cercano delle cause fisiche nel cervello di Regan e poi ripiegano sulla malattia mentale; ma le crisi di Regan non migliorano affatto, degenerano fino a portarla a diventare quella “cosa” che per chi ha visto il film e` familiare. Tutti abbiamo in mente l'immagine della “bambina dell'Esorcista”.
A quel punto Chris, pur essendo atea convinta, e` la prima a capire che la causa di tutto e` un'altra e che Regan non ha bisogno di medici ma di un prete. Si rivolge a questo punto a padre Karras, che pero`ci mette molto tempo ad accettare la verita` dei fatti. Padre Karras sa nel profondo che Chris ha ragione ma non vuole ammetterlo; non crede piu`, non ha piu` fede e si aggrappa con tutte le sue forze alla razionalita`, alla scienza, alla medicina, fino a quando si arriva a un punto in cui anche le sue resistenze vengono abbattutte. Non ci sono piu` dubbi ormai, quella cosa nella cameretta non e` Regan e c'e` bisogno di un esorcismo.
La quarta e ultima parte del libro vede l'ingresso in scena di padre Merrin, il famoso esorcista arrivato dall'Iraq per affrontare il suo nemico, proprio il potente demone che ha preso il controllo di Regan. Ora non vado avanti, perche` chi ha visto il film sa gia` come finira` questo scontro e per chi non conosce la storia non voglio rovinare il finale.

Quello che posso dire e` che questo romanzo e` fenomenale. E` uno dei romanzi Horror per eccellenza, mette angoscia, rabbia, paura. Il lettore ovviamente sa quale sia il vero problema di Regan e mette molta rabbia vedere la sofferenza di questa bambina che non viene capita dai medici, che viene bollata come semplice isteria o malattia mentale. D'altra parte bisogna anche pensare che il comportamento dei medici e` normale; se questo accadesse nella vita reale penso che in pochi correrebbero subito dall'esorcista, ma la maggior parte di noi cercherebbe una spiegazione piu` naturale. Mette comunque tanta angoscia leggere il senso di impotenza e disperazione di Chris, una madre che vede soffrire fisicamente la figlia e non riesce a darle conforto ma allo stesso tempo e` da ammirare perche` e` l'unica che mette da parte le sue convinzioni e accetta una spiegazione assurda ma potenzialmente l'unica che potrebbe salvare la bambina. E` grazie alla sua cocciutaggine che padre Karras, alla fine, si convince.

Questo e` un romanzo Horror con la maiuscola anche perche` a parer mio parla di uno dei soggetti che piu` possono mettere terrore nell'uomo. Ci sono tante cose che fanno piu` o meno paura, ma il tema della possessione e dell'esorcismo e` qualcosa di destabilizzante. Io personalmente riesco a sopportare tutto ma questo, pur non essendo una fervida credente, mi mette veramente a disagio. Perche` l'uomo viene messo di fronte al Male vero, quello che distrugge mentalmente e fisicamente; e` una vera e propria tortura e l'uomo e` quasi completamente inerme. Non c'e` quasi speranza di fronte a questo Male, e in questo libro l'autore non risparmia certo i dettagli.


Se siete quindi in cerca di un libro horror a tema con il periodo, che sia davvero spaventoso L'Esorcista fa al caso vostro. Ripeto, io di solito sono abbastanza immune di fronte a cose horror, ma con questo libro per la prima volta mi sono rifiutata di andare avanti con la lettura notturna. Il primo giorno ho letto una decina di pagine e poi ho chiuso perche` sapevo che se fossi andata oltre non avrei chiuso occhio. E una delle cose che mi stupisce di piu` e` il fatto che chi ha scritto questo e` una persona che prima di questo romanzo scriveva libri comici! William Peter Blatty era infatti uno scrittore e sceneggiatore di programmi televisivi di comicita`. Appero`!
Il mio voto per questo libro e` sicuramente 5/5!!

giovedì 4 ottobre 2018

"L'incubo di Hill House" di Shirley Jackson - Cosa ne penso?


“Da ottant'anni la residenza di Hill House e` motivo di paura presso gli abitanti di Hillsdale tanto che non viene mai nominata. E` una casa strana, oscura e tetra, al centro di molti pettegolezzi; nessuno sa con certezza che cosa succeda li dentro ma di sicuro e` una casa che mette i brividi a prima vista.
Per questo motivo il professor John Montague, antropologo con la passione per il paranormale, decide di mettere su una squadra di volontari con i quali passare qualche giorno (e notte) a Hill House: l'obiettivo e` quello di registrare in maniera scientifica tutti gli eventi paranormali che potranno verificarsi in modo da spiegarli al mondo. E cosi il professor Montague accompagnato da Luke, futuro erede della casa, Theodora e dalla timida Eleanor partiranno per questa strana spedizione ignorando quello che la casa ha in serbo per loro.”




Se siete amanti del genere horror, gotico o se siete incuriositi da queste storie non potete farvi sfuggire un romanzo di Shirley Jackson. Io fino a questo momento l'avevo fatto e me ne pento!
Perche` la Jackson e` cosi importante? Perche` e` una vera e propria rappresentante del genere e una delle pioniere del tema “casa infestata”. Quante volte abbiamo visto dei film in cui un gruppo di infelici si avventura in una casa dalla oscura reputazione? Ebbene, molti di quei film devono la loro esistenza a questo libro.
I romanzi della Jackson sono tra i preferiti di Stephen King ai quali pure lui si e` ispirato, e ora che ho iniziato a conoscerla capisco il perche`.

In effetti, cercando tra le tante recensioni online e sentendo di persona l'opinione di altri “bookstagrammers” su Instagram, quasi tutti hanno la stessa opinione su questo romanzo: la scrittura della Jackson e` eccellente, il libro parte alla grande ma il finale e` un po` deludente. Le cose che meno convincono in generale sono: i personaggi non tanto simpatici, i dialoghi a volte incomprensibili e il finale, che sembra manchi in qualche cosa, non troppo convincente. In tanti si aspettano piu` azione, qualche spiegazione o qualche brivido in piu`. In effetti la Jackson ci lascia con molti punti interrogativi ma, se per tante persone le cose che ho appena scritto sono state dei difetti a me sono piaciute tantissimo.

Partiamo dai personaggi. E` impossibile non provare simpatia per il professor Montague; si potrebbe pensare che sia un ciarlatano ma in realta` non e` cosi. Lui crede fermamente nel paranormale e nella possibilita` di darne una spiegazione scientifica. Si capisce che nonostante faccia un buon lavoro sia comunque conosciuto e preso in giro dai suoi colleghi per questa sua passione vista come una stramberia e mi fa tenerezza pensare alla tenacia con la quale sogna di dire al mondo “avevo ragione io, i fantasmi esistono”. Una volta poi che conosceremo sua moglie sono sicura che tutti i lettori, nessuno escluso, proveranno un'infinita pena per quello che quest'uomo e` costretto a sopportare. La non troppo squisita signora Montague, infatti, e` una aspirante medium convinta di essere una grande esperta del tema. Saccente, maleducata con tutti, ovviamente non capira` mai in cosa si e` cacciata e ha anche la fortuna di non assistere mai ai reali eventi spaventosi che la casa riserva solo al gruppo di cacciatori di fantasmi originali. La “signora”, anzi, non capisce neanche in quale pericoli va a cacciarsi tutta presa dal fatto che i fantasmi sono solo in cerca d'amore e di conforto. E` una persona che ha molta simpatia e compassione per i defunti ma e` una vera st….. con i vivi, soprattutto con suo marito, un santo che la sopporta!
Nessuno dei protagonisti in realta` e` veramente un personaggio positivo: Luke e` descritto come uno scansafatiche ladruncolo, in attesa che la zia schiatti per poter avere la sua eredita` mentre Theodora non si capisce mai bene come sia veramente. Questo perche` noi lettori vediamo i due ragazzi attraverso gli occhi di Eleanor. E` lei che ce li descrive, in base alle sensazioni che le danno, peccato che non sono mai le stesse! Soprattutto nei confronti di Theodora, Eleanor ha sentimenti decisamente contrastanti: un minuto prima la adora, il minuto dopo la odia; un momento Theo e` la persona piu` buona del mondo, in quello dopo e` cattiva e meschina. Perche` questi cambiamenti? Perche` Eleanor e` una persona altamente instabile. Ha trent'anni e per piu` di dieci e` stata la badante della madre, gravemente malata. Non ha amici, non ha un lavoro, non ha una sua vita e in piu` e` tiranneggiata dalla sorella che si e` tirata presto fuori da quella situazione sposandosi e lasciando tutto il peso sulle spalle di Eleanor.
Mi ha fatto molta tenerezza quando, dopo aver deciso di unirsi alla comitiva di Hill House, per la prima volta prende in mano la sua vita e ruba l'auto alla sorella per poter raggiungere Hillsdale. La seguiamo nel viaggio in macchina, durante il quale lei attraversa paesi e fantastica su come sarebbe potuta essere la sua vita se fosse vissuta in quella casa con le statue dei due leoni, in quel giardino… Per la prima volta in vita sua e` libera e puo` fare quello che vuole. Pero`, come dicevo, la sua personalita` e` ormai danneggiata, disturbata, e questo la casa lo percepisce immediatamente decidendo di farne di Eleanor la sua vittima preferita.
L'ultimo personaggio del romanzo, e ` infatti Hill House. La casa ha una sua personalita`, sembra quasi che abbia un suo cervello, che pensi: Individua la piu` fragile del gruppo e decide di farne un bersaglio, di tormentarla, di puntare sul suo senso di colpa.

E qui ci si puo` collegare al senso di insoddisfazione che a volte questo romanzo lascia. Si perche` se vi aspettate grandi colpi di scena, o una spiegazione di cio` che avviene nella casa allora rimarrete delusi. Ma questo non vuol dire che la tensione non sia sempre alle stelle. La storia che la casa ha alle spalle viene narrata ed e` una storia da brividi, e le manifestazioni ci sono, oscure e inquietanti. La casa e` malvagia, e` la bocca dell'inferno, e questo si percepisce in tutta la lettura. E` la casa che vince alla fine. Ma non c'e` una vera e propria conclusione e questo a me e` piaciuto molto, perche` se la Jackson fosse andata oltre con le descrizioni, da romanzo inquietante si sarebbe trasformato in classico romanzetto dell'orrore. Rimanendo cosi, sul vago, lascia al lettore la libera interpretazione e ho trovato questo modo di scrivere molto elegante.

La scrittura e` fantastica. Scorrevole, per nulla pesante, ma in grado di creare l'atmosfera in maniera eccellente. Per tutta la lettura si avverte un senso di opprimente inquietudine.
Sono d'accordo in parte per i dialoghi, e` vero, a volte sono senza senso perche` ci sono piu` persone che parlano contemporaneamente, di cose diverse. A volte uno dei protagonisti inizia a vaneggiare, ma questo per me crea un senso di smarrimento assolutamente voluto dalla scrittrice.
Non ho mai perso l'attenzione e se da una parte ne avrei voluto ancora, dall'altra sono soddisfatta di come il romanzo e` terminato. E` un crescendo di follia stimolata dalla casa, che arriva al culmine...e poi finisce, di botto.

A me e` piaciuto veramente tanto, sicuramente ora voglio recuperare tutti i suoi romanzi!!
Il mio voto e` assolutamente un 5 pieno. Consigliatissimo soprattutto per il periodo di Ottobre o in generale in quelle serate di freddo e pioggia.