mercoledì 2 gennaio 2019

"Il miniaturista" di Jessie Burton - Cosa ne penso?


“Petronella e` una ragazza olandese di 18 anni che giunge ad Amsterdam per andare ad abitare nella casa del ricco commerciante di zucchero Johannes Brandt. Johannes e Nella si sono appena sposati e Nella e` desiderosa di iniziare la sua nuova vita da moglie, preparata in questo dalla ambiziosa madre.
Ma ben presto Nella si scontrera` con la dura realta` di un marito assente e una cognata fredda e altera. Senza un amico, senza davvero essere la padrona della sua casa, Nella si concentra su uno stipetto, regalo di nozze del marito, che rappresenta la loro casa in miniatura. Per arredarla si rivolge quindi a un miniaturista che, rimanendo sempre nell'ombra, non fornisce Nella solo di minuscoli mobili per il suo stipetto, ma di altre miniature che sembrano in qualche modo parlarle della sua vita e di cio` che potrebbe accadere alla sua famiglia, una sorta di misterioso avvertimento contro i misteri e i segreti che si celano dietro le mura della sua casa e che rischiano di mettere in pericolo la vita di tutti.”



Il miniaturista e` un libro pubblicato nel 2014 ma che personalmente ho iniziato a vedere con una certa insistenza solo due anni fa. Di questo romanzo mi ha colpito soprattutto la bellissima copertina e cosi, senza informarmi sulla trama, ho deciso che sarebbe stato mio (aah il potere del marketing…). Finalmente la scorsa estate l'ho scovato in una bancarella di libri usati e l'ho acchiappato al volo ma ho deciso di leggerlo a Dicembre perche` mi sembrava una lettura piu` adatta a questo periodo.

La trama non indicava sicuramente una delle mie solite letture, ma era comunque misteriosa abbastanza da attizzare la mia curiosita`; peccato che nel corso della lettura questa curiosita` si e` attenuata parecchio. Mi spiego meglio.
Questo libro e` incentrato sul mistero: nel momento in cui Nella accetta di sposare Johannes e di entrare in casa sua, la sua vita sara` costellata di segreti, alcuni dei quali verranno a galla (soprattutto quelli che riguardano la sua famiglia). In questo viene aiutata dalla figura del miniaturista, una figura misteriosa che mai si svelera` e che rimane per il lettore la vera incognita, fino alla fine.
Nel momento in cui Nella entra nella famiglia Brandt non viene accolta molto bene. Il marito e` costantemente assente e accetta qualsiasi tipo di incarico per stare lontano da casa sua e dalla sua nuova moglie. I due arrivano anche a non consumare mai il matrimonio perche` Johannes evita qualsiasi tipo di approccio. Nella non puo` neanche trovare un po` di conforto nella cognata perche` anche questa la evita e la tratta in maniera altezzosa e fredda, non lasciandole mai il comando e il controllo della casa. Piano piano pero` Nella inizia a intuire che dietro questi comportamenti distaccati c'e` qualcosa che i fratelli Brandt nascondono; i sussurri, le porte che sbattono in piena notte non fanno altro che aumentare la curiosita` di Nella e la sua convinzione che ci sia sotto qualcosa. E qui entra in scena (si fa per dire) il Miniaturista.
Marin si rende conto che il fratello ignora troppo sua moglie e che questo potrebbe farla sentire sola..e una Nella sola e annoiata significherebbe una Nella ficcanaso. Spinto a fare qualcosa, Johannes torna quindi a casa con un bizzarro dono di nozze: uno stipetto che riproduce fedelmente la loro casa in miniatura, un giocattolo che dovrebbe tenere occupata Nella.
Dopo un primo momento di rifiuto, Nella decide quindi di rivolgersi a un miniaturista per rifornirsi di piccoli mobili per la sua nuova casetta. Da questo momento la vita dei Brandt diventa decisamente piu` movimentata, perche` se lo scopo di questo regalo era quello di tenere Nella occupata, il miniaturista inizia a mandare degli strani messaggi a Nella sotto forma di miniature non richieste che pero` hanno molto a che fare con la vita dei Brandt, fin troppo. Come dei piccoli suggerimenti o ammonimenti che svegliano Nella dal suo torpore e la inducono a capire che c'e` molto che le viene tenuto nascosto.

Tutto questo poteva essere tradotto in un grande libro. Purtroppo a parer mio non e` stato cosi. E` vero che praticamente tutti i segreti dei fratelli Brandt vengono a galla, rivelando a Nella che marito e cognata non sono persone egoiste e cattive, ma sono solo vittime della societa` fortemente bigotta in cui vivono che li costringe a nacondersi e a castrare le loro aspirazioni di vita, i loro desideri e le loro personalita`. Ma uno dei piu` grandi misteri del libro rimane tale fino alla fine, ossia l'identita` del miniaturista. Per essere precisi, l'identita` viene svelata ma non e` per niente soddisfacente. Non ho trovato una vera spiegazione di che tipo di persona sia il miniaturista, delle sue motivazioni e delle sue particolari capacita`. Il miniaturista in qualche modo “vede” la vita di chi si rivolge alla sua professionalita` ma perche` decide di intromettersi nella loro vita? Cosa lo spinge? Perche` si nasconde? Ho fatto congetture, ipotesi, ho una mia idea ma non ho avuto la sensazione di una vera spiegazione. Io apprezzo quando gli scrittori non spiegano tutto al lettore e lasciano un po` di mistero alla libera interpretazione ma questo e` troppo. Non credo che Jessie Burton mi abbia spiegato niente e se l'ha fatto ho la sgradevole sensazione di non aver capito. E` come se la Burton avesse avuto tra le mani tante cose in pentola che poi sono “bruciate”. Tanti buoni ingredienti che poi hanno dato vita a una ricetta insipida. Non si puo` incentrare il romanzo su una tale figura che ha un ruolo chiave nella trama, intitolare perfino il libro con il suo “nome” per poi lasciarla una fiigura evanescente.

Purtoppo non ho apprezzato neanche i personaggi. Il modo in cui i fratelli Brandt hanno dovuto vivere la loro vita per colpa della societa` in cui vivevano e` davvero molto triste e se da una parte ho apprezzato Marin perche` alla fine e` l'unica che ha avuto veramente coraggio e ha fatto tutto quello che era in suo potere, sacrificandosi per il fratello, Johannes non mi e` piaciuto molto; non e` una cattiva persona ma l'ho trovato un po` egoista, talmente preso dai suoi problemi da non accorgersi di cio` che stava facendo alla sorella prima e alla moglie poi. Ma la “peggiore” di tutti e` proprio Petronella, la protagonista. Per quasi tutto il libro e` abbastanza infantile, continua a ribadire il fatto che ha 18 anni, che e` una donna sposata e si indigna quando la trattano da bambina, ma in realta` lo e`. Inoltre e` una grandissima impicciona e non so davvero come abbia fatto Marin a non scoppiare. Finalmente cresce e apre gli occhi ma solo verso la fine, quando e` costretta a capire che per quanto sia stata abbastanza sfigata a finire in quella famiglia, ci sono persone che affrontano problemi molto piu` grossi dei suoi senza fiatare (proprio come Marin).
Per tutto il tempo quindi ho avuto sensazioni sgradevoli che la fine del romanzo non ha fatto altro che confermare. Almeno la lettura e` stata molto scorrevole e per niente pesante.

Mi dispiace bocciare un libro, soprattutto quando avevo tante aspettative e quando al contrario ci sono molte persone che lo hanno apprezzato. Come sempre, questa e` la mia opinione personale, e` il riassunto di quello che questo romanzo ha provocato in me. Il mio voto questa volta e` di un 3/5, un po` rosicchiato perche` non voglio essere troppo cattiva. Magari sono davvero io il problema e seplicemente non ho colto il significato del libro. 

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