giovedì 17 gennaio 2019

"Lovecraft Zero" di H.P.Lovecraft - Cosa ne penso?


“Questo piccolo volume e` un modo per vedere il Solitario di Providence sotto una luce diversa: vengono riproposti alcuni dei suoi racconti in una nuova traduzione e degli stralci di lettere personali in cui Lovecraft stesso si racconta, parla di se e del mondo che lo circonda, della sua infanzia e di cio` che lo ha portato a essere l'adulto che abbiamo conosciuto attraverso le sue storie da incubo.”




Mi ritengo molto fortunata ad aver trovato questa piccola chicca letteraria, figlio di una casa editrice mia conterranea, la sarda Arkadia Editore. Dei racconti di Lovecraft, infatti, abbiamo una marea di edizioni diverse, abbiamo l'imbarazzo della scelta ma tutte un po` simili tra loro a livello di contenuto. Certo, i racconti sono quelli, mica si possono cambiare, ma ritengo che Arkadia abbia avuto una buonissima idea perche` ci ripropone Lovecraft in una maniera diversa. Mi spiego meglio.

Questo volume di poco meno di 200 pagine, e` suddiviso in tre sezioni. Nella prima, Il solitario di Providence, troviamo alcuni dei racconti piu` famosi di Lovecraft scritti prima del 1926; e` il periodo di rodaggio, in cui ci stiamo avvicinando a Cthulhu. Tra questi cito alcuni dei miei preferiti come Altrove, Citta` senza nome e ovviamente Il richiamo di Cthulhu. La particolarita` di questa edizione e` che vengono proposti in una nuova e piu` moderna traduzione, volta a “svecchiare” e a rendere meno anacronistica la lettura; e` una mossa azzardata se si pensa alla possibile reazione dei puristi ma ritengo che sia stata una mossa azzeccata! La nuova traduzione consente di godere ancora meglio della scrittura di Lovecraft (a volte un po` pesantuccia) senza tradirne il senso. I racconti sono quindi piu` scorrevoli senza essere stravolti.

Nella seconda sezione, Il culto della saggezza stellare, troviamo invece racconti di altri autori che hanno preceduto o che si sono ispirati a Lovecraft; troviamo quindi personaggi che Lovecraft ha direttamente conosciuto, scrittori che poi si sono dedicati ad altri generi, e trovo molto interessante la scelta di questi racconti perche` soprattutto in alcuni casi sembrava quasi di leggere ancora Lovecraft. Soprattutto mi chiedo come mai Robert W. Chambers abbia deciso di dedicarsi ai romanzi d'amore quando il suo racconto, Il segno giallo, e` stato spettacolare! Un grandissimo senso di angoscia e un pelino di repulsione, un racconto decisamente “lovecraftiano” che indicavano un grande talento in questo genere. Davvero un peccato.

Ma la mia parte preferita e` stata la terza e ultima sezione, Appendici, in cui vengono riportati stralci di lettere scritti da Lovecraft, pezzi di conversazioni in cui possiamo conoscere un po` piu` di lui direttamente dal diretto interessato. Dico che questa e` stata la mia parte preferita perche` sebbene Lovecraft mi piaccia molto come autore, al contrario non sapevo quasi niente su di lui, sulla sua vita e soprattutto sulla sua personalita` e trovare la risposta a queste domande avendo la possibilita` di leggere cose personali scritte direttamente da lui e` stato molto bello. Certo, l'immagine che esce di quest'uomo non e` delle migliori, in quanto era un pochino misogino, razzista, omofobo e maschilista (soprattutto in giovane eta`) e anche abbastanza asociale. Non sarebbe stato sicuramente il mio migliore amico, ma va bene cosi perche` nella sua testa aveva tanto da dire e da dare, ha creato un mondo pazzesco e dispiace anche pensare che forse non se ne sia reso bene conto per colpa della sua scarsissima autostima.

Quindi consiglio vivamente questo volume, soprattutto a chi e` attirato da Lovecraft ma si spaventa di fronte ai tomi giganteschi che si trovano normalmente in commercio; questo e` un ottimo modo per avere un assaggio di H.P. e di decidere se approfondire la sua conoscenza (che ovviamente consiglio). Il mio voto per Lovecraft zero e` un 5/5! 

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