domenica 25 novembre 2018

"Rose Madder" di Stephen King - Cosa ne penso?


“Rose Daniels e` sposata con Norman da 14 anni; anni segnati da botte, soprusi, violenze fisiche e psicologiche e aborti provocati dai pugni. Per 14 anni Rose sopravvive e sopporta cercando di estraniarsi dalla realta` fino a quando un giorno, rifacendo il letto, scopre una minuscola macchiolina di sangue. Quella singola macchia la sveglia e la induce a rubare la carta di credito del marito, aprire la porta di casa e allontanarsi. Questo semplice gesto la porta 800 Km lontana da casa, verso nuove amicizie e verso la speranza. Ma Norman e` un poliziotto e non lascera` che la sua serva/moglie vada via cosi facilmente.
In tutto questo, poi, si inserisce un misterioso quadro, insignificante agli occhi di tutti tranne che a quelli di Rosie, che ne viene irrimediabilmente e inspiegabilmente attratta.”




L'incipit di Rose Madder e` uno dei piu` intensi che abbia mai letto. C'e` una donna che un minuto prima stava leggendo tranquillamente un libro e un minuto dopo e` per terra, a cercare di ingurgitare con fatica e con dolore aria nei polmoni perche` le botte che ha appena ricevuto non le permettono di respirare e le stanno provocando un aborto. Questa situazione e` provocata dal marito, che semplicemente non gradiva la lettura della moglie. E` una situazione allucinante ma che per Rose Daniels e` la normalita` e non e` nemmeno finita: questo episodio accade nel 1985, un anno particolarmente pesante per i due coniugi, come verremo a sapere piu` avanti, ma anche uno dei primi di questo matrimonio che andra` avanti per altri 9 anni.

Al capitolo successivo, infatti, ci ritroviamo 9 anni dopo insieme a Rose mentre sta facendo le faccende di casa; ed e` in questo momento che grazie a una piccola goccia di sangue sul lenzuolo, regalo dell'ultimo pestaggio di Norman, scatta qualcosa nella testa addormentata di Rose. E Rose si trova in questo stato di apatia non perche` sia poco intelligente, ma come meccanismo di difesa; perche` la sua testa ha trovato solo questo modo per proteggersi. Ma un dettaglio cosi` piccolo, cosi insignificante induce Rose a svegliarsi e a sconvolgersi la vita. E noi aggiungeremo finalmente!
Da questo momento ha inizio da una parte un percorso di rinascita per Rose, che da topolino sperduto tira fuori un grande coraggio e piano piano, con l'aiuto di un centro antiviolenza e di nuove amiche, inizia a capire cosa ha veramente perso in quei 14 anni e cosa ha ancora da offrirle la vita. Dall'altra assisteremo alla caduta nel delirio di Norman, un uomo che se all'inizio ispira solo tanto disgusto, con il tempo incute vero timore.
All'inizio del romanzo, infatti, Norman sembra il classico marito violento, un po` ignorante, troglodita convinto che la moglie sia nata per fargli da serva; un uomo molto simile al marito di Dolores Claiborne, per esempio, ignorantone pronto a prendersela solo con chi reputa piu` debole di lui. In realta` Norman e` molto lontano dall' essere questo tipo di uomo. Il romanzo e` strutturato in modo da avere, nel momento in cui si separano, due punti di vista diversi: abbiamo alternativamente il punto di vista di Rosie e quello di Norman, o meglio quello della testa di Norman. Scopriamo cosi` che Norman e` un poliziotto estremamente competente e intelligente, ma crudele e corrotto e, cosa ancora piu` importante, un malato mentale. Inizialmente questa sua caratteristica e` poco sviluppata ma la fuga della moglie e` la scintilla che accende definitivamente la miccia e fa esplodere il delirio piu` totale: Norman in realta` e` una belva malata, un killer, un cannibale e probabilmente soffre anche di personalita` multiple. Dal ribrezzo iniziale si passa quindi ad avere sincero terrore per questo personaggio che fa della ricerca e della conseguente punizione della moglie la sua ossessione per la quale e` pronto a far fuori chiunque si metta in mezzo. La caccia e` veramente qualcosa di ansiogeno e mostra, come accade tantissime volte nei romanzi di King, quanto non sia necessario che ci sia un mostro sovrannaturale per avere paura: cio` che dobbiamo veramente temere e` la crudelta` e la follia dell'essere umano.

Ovviamente, essendo un romanzo di King, il sovrannaturale ci deve essere e questo e` rappresentato dal quadro che misteriosamente “chiama” Rosie in un negozio dei pegni. E` un quadro insignificante, una crosta, ma per Rosie e` magnetico e sara` fondamentale nello scontro finale tra moglie e marito.

Le parti che mi sono piaciute di piu` di questo romanzo sono la prima e l'ultima. La prima parte, che potrebbe arrivare piu` o meno fino a quando Rosie arriva al centro Figlie e Sorelle, e` come dicevo, veramente intenso. E` incredibile come Stephen King sia riuscito questa volta a mettersi perfettamente nei panni di una donna vittima di abusi e a descrivere eccezionalmente bene questa situazione. King non risparmia al lettore nessun dettaglio cruento e se si pensa che la scena iniziale sia qualcosa di orribile, pagina dopo pagina scopriremo che e` solo la punta dell'iceberg delle violenze subite da Rosie. E quando si pensa di aver letto l'episodio piu` brutto, Rosie ne ha in serbo un altro ancora peggiore. Questa donna ha subito una vera e propria tortura per 14 anni. In silenzio.
Ed e` bellissima anche la parte finale, in cui i due coniugi completamente cambiati, finalmente si scontrano: Norman ormai e` totalmente folle mentre Rosie e` una donna che sta cercando di superare i propri traumi ed e` molto diversa dalla donna che conoscevamo.

Il mio problema con questo libro e` con cio` che si trova nel mezzo. La parte in cui Rosie comincia la sua nuova vita non mi e` piaciuta molto perche` l'ho trovata finta e un tantino noiosa. Io sono fissata con la “plausibilita`” degli eventi descritti e tutto cio` che accade a Rosie in questa parte per me non lo e`. Per quanto io tifi per questa donna e creda che dopo l'inferno in cui ha vissuto meriti veramente la felicita`, in questa parte la felicita` arriva tutta insieme e troppo velocemente: in tempo zero sembra aver superato i suoi traumi, trova un lavoro da 1000 dollari alla settimana e un fidanzato perfetto. E soprattutto questa parte non mi e` piaciuta perche` non la ritengo credibile. Una donna nelle condizioni in cui e` Rosie qualche mese dopo essere fuggita di casa credo sia una donna ancora fortemente impaurita, che ha bisogno dei suoi tempi; non credo che abbia voglia di gettarsi subito tra le braccia di un altro uomo, sconosciuto per giunta, e dichiarargli amore eterno dopo una settimana. Se succede non e1 guarita ma proprio il contrario: e` una donna che ancora non ha superato la mentalita` di dipendenza da un uomo. E invece lei si mette giusto un paio di dubbi per due o tre giorni e poi si lancia a capofitto. E` stata molto fortunata ad aver trovato l'uomo apparentemente perfetto, che dopo i suoi racconti sul suo passato non si sbilancia minimamente. Tutto molto bello ma poco credibile e decisamente molto smielato. Non so, ma non credo che una storia d'amore fosse quello di cui Rosie avesse bisogno in quel momento. Avrei apprezzato di piu` se King l'avesse fatta rialzare completamente da sola, sulle sue gambe e poi, magari qualche tempo dopo lo scontro con Norman, le avesse fatto incontrare Bill. Perche` il suo lieto fine sta donna se lo merita indubbiamente.

In conclusione Rose Madder e` un libro che, se all'inizio mi stava piacendo totalmente, con il tempo ha perso un po` ma che e` incredibile dal punto di vista delle “storie umane” che King e` sempre in grado di raccontare con la sua solita bravura. Il mio voto e` un 3.8-4/5. 

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