“Nel
1976 Tiziano Terzani si trovava a Hong Kong, quando incontro` un
indovino che lo ammoni` con queste parole :”Attento! Nel 1993 corri
un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai.”
Terzani continuo` la sua avventurosa vita di giornalista
corrispondente per altri 16 anni fino a quando, alla fine del 1992
inizio` a riflettere sulle parole dell'indovino di Hong Kong. Non era
molto propenso a crederci e inoltre un ammonimento del genere per il
suo lavoro sarebbe stato abbastanza complicato...ma non impossibile.
Perche` rinunciare all'aereo poteva essere un ottimo modo per
riscoprire vecchi modi di viaggiare; una sfida che invece che
spaventare il giornalista, lo riempie di voglia di avventura. In
questo libro Terzani ci racconta come e` trascorso questo “anno
senza aerei”, un pretesto per riscoprire un'Asia che piano piano si
sta perdendo.”
Tiziano
Terzani e` un esempio di una figura professionale che forse, con il
tempo, stiamo purtroppo perdendo. Era un giornalista italiano,
corrispondente dall'Asia per il tedesco Der Spiegel,
protagonista di alcuni degli eventi piu` importanti che hanno colpito
quella parte del mondo nella seconda meta`
del secolo scorso; ed era un giornalista che, come racconta lui
stesso, non seguiva gli avvenimenti al sicuro della sua camera
d'albergo ma che amava buttarsi nella mischia, vedere con i propri
occhi e per questo ha piu` volte rischiato la vita. Ha visto guerre
scoppiare e finire, rivoluzioni, dittature e tutte in prima persona;
ha vissuto personalmente in Asia per 30 anni con tutta la sua
famiglia. Era un fiorentino, nato in una famiglia molto povera e
semplice, che ha sempre sentito di appartenere ad altri luoghi e
questi luoghi erano proprio quelli dove poi ha scelto di lavorare. In
tutti questi anni ha quindi capito di avere materiale per tanti libri
in cui raccontare cio` che ha visto, fare delle riflessioni.
Un
indovino mi disse e` proprio uno
di questi, nato da un incontro un po` particolare trasformato in
pretesto per viaggiare e sentire da vicino, vivere in prima persona i
luoghi e le persone, dalle province piu` sperdute in cui cercare
ancora qualche traccia delle antiche e mitiche culture orientali alle
citta` piu` moderne, inghiottite ormai da una occidentalizzazione che
cancella tutto cio` che di bello poteva esserci in queste culture.
Questo
libro e` stato il mio primo incontro con Terzani. Mi e` stato
regalato qualche mese fa da una persona che sapeva che non era
esattamente il genere di libro che avrei comprato in libreria, ma che
voleva che lo leggessi perche` “ti fara` riflettere”. E questa e`
la frase che viene piu` utilizzata dalle persone che sul web hanno
scritto delle recensioni o delle semplici opinioni su Terzani. “Fa
riflettere”. Come e` stato quindi questo incontro?
Devo
dire la verita`, all'inizio non tanto positivo. Terzani passa da un
argomento all'altro, come un fiume in piena, ripercorrendo mese dopo
mese gli eventi principali che gli sono successi nel corso del 1993,
dalle persone che ha incontrato ai posti che ha visitato, vagando da
un indovino all'altro. Gli indovini, infatti, sono in Asia ancora
delle figure molto presenti, tanto che tutti, anche le persone piu`
insospettabili hanno un indovino di fiducia. E quindi Tiziano chiede
a ogni nuova persona che conosce chi sia l'indovino
piu` bravo e si fa fissare appuntamenti, cercando (e noi con lui)
qualche traccia delle vecchie usanze che soprattutto a noi
occidentali appaiono cosi` mitiche e affascinanti. Purtroppo nella
maggior parte dei casi rimane deluso, rendendosi conto di incontrare
delle persone che sono semplicemente degli ottimi psicologi, dei
“mentalisti” che propinano sempre le stesse cose valide per tutti
e per nessuno.
Alla
fine questa ricerca dell'indovino migliore altro non e` che un
ulteriore pretesto per viaggiare, per scoprire e riscoprire e per
conoscere. E se i suoi racconti delle persone che incontra e delle
usanze che trova e` estremamente affascinante fin dall'inizio, cio`
che non sopportavo era la sua continua lamentela
sull'occidentalizzazione
dell'Asia. Potevo condividere il suo dispiacere nel veder perdere il
vero carattere di queste culture millenarie e cosi diverse dalla
nostra ma non condivido la sua visione totalmente pessimista
sull'Occidente “ottuso, brutto e cattivo”.
Con
il tempo penso di essere entrata un pelino di piu` nella sua testa,
ho iniziato a vedere le cose con i suoi occhi e a sentire la
delusione che provava nel vedere cio` che piu` amava di questi posti
venire cancellato. E` veramente un peccato. Pero` continuo a non
condividere tutto quello che pensava.
Alla
fine della lettura penso che questo libro non mi ha fatto riflettere
come la persona che me l'ha regalato intendeva o voleva che facessi.
Pero` mi ha fatto viaggiare, mi ha fatto sognare, indignare. Sentivo
proprio di accompagnare Tiziano, pur stando sempre sul divano di casa
e mi e` dispiaciuto abbandonare l'Asia e tornare “in Occidente”.
Se quindi all'inizio io e Tiziano non ci siamo trovati, con il tempo
abbiamo trovato un punto di incontro. Questo libro e` come quelle
persone estremamente persuasive che riescono a convincerti a fare
qualcosa che non vuoi fare e tu non sai neanche come ci sei arrivato.
Non riesco a descrivere meglio di cosi i sentimenti provati nella
lettura di questo libro.
Lo
consiglio? Fortemente. Mi e` piaciuto? Tanto. Leggero` altro di
Terzani? Non lo so. Continuo a pensare che non sia il mio genere,
pero` non mi sento di escludere che prima o poi non ci incontreremo
di nuovo. Il mio voto, cresciuto con la lettura, e` di 4/5.
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