martedì 4 dicembre 2018

"Un indovino mi disse" di Tiziano Terzani - Cosa ne penso?


“Nel 1976 Tiziano Terzani si trovava a Hong Kong, quando incontro` un indovino che lo ammoni` con queste parole :”Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai.” Terzani continuo` la sua avventurosa vita di giornalista corrispondente per altri 16 anni fino a quando, alla fine del 1992 inizio` a riflettere sulle parole dell'indovino di Hong Kong. Non era molto propenso a crederci e inoltre un ammonimento del genere per il suo lavoro sarebbe stato abbastanza complicato...ma non impossibile. Perche` rinunciare all'aereo poteva essere un ottimo modo per riscoprire vecchi modi di viaggiare; una sfida che invece che spaventare il giornalista, lo riempie di voglia di avventura. In questo libro Terzani ci racconta come e` trascorso questo “anno senza aerei”, un pretesto per riscoprire un'Asia che piano piano si sta perdendo.”




Tiziano Terzani e` un esempio di una figura professionale che forse, con il tempo, stiamo purtroppo perdendo. Era un giornalista italiano, corrispondente dall'Asia per il tedesco Der Spiegel, protagonista di alcuni degli eventi piu` importanti che hanno colpito quella parte del mondo nella seconda meta` del secolo scorso; ed era un giornalista che, come racconta lui stesso, non seguiva gli avvenimenti al sicuro della sua camera d'albergo ma che amava buttarsi nella mischia, vedere con i propri occhi e per questo ha piu` volte rischiato la vita. Ha visto guerre scoppiare e finire, rivoluzioni, dittature e tutte in prima persona; ha vissuto personalmente in Asia per 30 anni con tutta la sua famiglia. Era un fiorentino, nato in una famiglia molto povera e semplice, che ha sempre sentito di appartenere ad altri luoghi e questi luoghi erano proprio quelli dove poi ha scelto di lavorare. In tutti questi anni ha quindi capito di avere materiale per tanti libri in cui raccontare cio` che ha visto, fare delle riflessioni.
Un indovino mi disse e` proprio uno di questi, nato da un incontro un po` particolare trasformato in pretesto per viaggiare e sentire da vicino, vivere in prima persona i luoghi e le persone, dalle province piu` sperdute in cui cercare ancora qualche traccia delle antiche e mitiche culture orientali alle citta` piu` moderne, inghiottite ormai da una occidentalizzazione che cancella tutto cio` che di bello poteva esserci in queste culture.

Questo libro e` stato il mio primo incontro con Terzani. Mi e` stato regalato qualche mese fa da una persona che sapeva che non era esattamente il genere di libro che avrei comprato in libreria, ma che voleva che lo leggessi perche` “ti fara` riflettere”. E questa e` la frase che viene piu` utilizzata dalle persone che sul web hanno scritto delle recensioni o delle semplici opinioni su Terzani. “Fa riflettere”. Come e` stato quindi questo incontro?
Devo dire la verita`, all'inizio non tanto positivo. Terzani passa da un argomento all'altro, come un fiume in piena, ripercorrendo mese dopo mese gli eventi principali che gli sono successi nel corso del 1993, dalle persone che ha incontrato ai posti che ha visitato, vagando da un indovino all'altro. Gli indovini, infatti, sono in Asia ancora delle figure molto presenti, tanto che tutti, anche le persone piu` insospettabili hanno un indovino di fiducia. E quindi Tiziano chiede a ogni nuova persona che conosce chi sia l'indovino piu` bravo e si fa fissare appuntamenti, cercando (e noi con lui) qualche traccia delle vecchie usanze che soprattutto a noi occidentali appaiono cosi` mitiche e affascinanti. Purtroppo nella maggior parte dei casi rimane deluso, rendendosi conto di incontrare delle persone che sono semplicemente degli ottimi psicologi, dei “mentalisti” che propinano sempre le stesse cose valide per tutti e per nessuno.
Alla fine questa ricerca dell'indovino migliore altro non e` che un ulteriore pretesto per viaggiare, per scoprire e riscoprire e per conoscere. E se i suoi racconti delle persone che incontra e delle usanze che trova e` estremamente affascinante fin dall'inizio, cio` che non sopportavo era la sua continua lamentela sull'occidentalizzazione dell'Asia. Potevo condividere il suo dispiacere nel veder perdere il vero carattere di queste culture millenarie e cosi diverse dalla nostra ma non condivido la sua visione totalmente pessimista sull'Occidente “ottuso, brutto e cattivo”.

Con il tempo penso di essere entrata un pelino di piu` nella sua testa, ho iniziato a vedere le cose con i suoi occhi e a sentire la delusione che provava nel vedere cio` che piu` amava di questi posti venire cancellato. E` veramente un peccato. Pero` continuo a non condividere tutto quello che pensava.
Alla fine della lettura penso che questo libro non mi ha fatto riflettere come la persona che me l'ha regalato intendeva o voleva che facessi. Pero` mi ha fatto viaggiare, mi ha fatto sognare, indignare. Sentivo proprio di accompagnare Tiziano, pur stando sempre sul divano di casa e mi e` dispiaciuto abbandonare l'Asia e tornare “in Occidente”. Se quindi all'inizio io e Tiziano non ci siamo trovati, con il tempo abbiamo trovato un punto di incontro. Questo libro e` come quelle persone estremamente persuasive che riescono a convincerti a fare qualcosa che non vuoi fare e tu non sai neanche come ci sei arrivato. Non riesco a descrivere meglio di cosi i sentimenti provati nella lettura di questo libro.

Lo consiglio? Fortemente. Mi e` piaciuto? Tanto. Leggero` altro di Terzani? Non lo so. Continuo a pensare che non sia il mio genere, pero` non mi sento di escludere che prima o poi non ci incontreremo di nuovo. Il mio voto, cresciuto con la lettura, e` di 4/5.


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