sabato 29 settembre 2018

"Lemegeton. Dal profondo" di Andrea Mariani - Cosa ne penso?


“Scozia, 1801. I ricchi coniugi Stewart of Appin trovano sulla porta di casa due neonati abbandonati e, non avendo figli, decidono di adottarli. Samuel e Riyo crescono felici insieme ai due amici Malcom e Juliette Rose ma da subito capiscono di essere diversi dagli altri: non si ammalano mai, non si feriscono e sono in grado di vedere presenze che si manifestano solo a loro; decidono pero` di non far parola con nessuno di questa loro particolarita` per continuare a vivere serenamente.
Purtroppo, una volta adulti i loro genitori e i genitori dei gemelli Rose vengono brutalmente assassinati e i ragazzi scoprono ben presto che gli autori del gesto sono dei misteriosi individui appartenenti a una setta che incute negli abitanti di Londra un timore cosi` grande da non riuscire a pronunciarne neanche il nome. E questa setta sta cercando proprio Samuel e Riyo.
Tra atmosfere cupe, fantasmi, vampiri e sette oscure, in questo primo romanzo vengono gettate le basi per una saga gotica dal sapore squisitamente soprannaturale.”



Lemegeton – Dal profondo e` il primo romanzo di una saga gotica/sovrannaturale e il romanzo d'esordio per l'autore milanese Andrea Mariani, edito da ABEditore. Io adoro il genere, adoro i lavori della casa editrice e quindi potevo farmi sfuggire questo romanzo? Ovviamente no!

Il romanzo inizia in maniera davvero eccellente. Nelle prime pagine e` uno dei protagonisti a parlarci in prima persona e a raccontarci dove si trova in quel momento (ossia nascosto nella stiva di una nave) e come e` riuscito a intrufolarsi li dentro e questa prima parte e` descritta cosi bene che mi ha catturata immediatamente; non ero piu` a casa mia ma mi sembrava davvero di trovarmi nel porto di Londra, nell'800, e di sentire l'odore del mare, altri odori meno gradevoli, le voci dei marinai. E questo e` il primo punto a favore per il romanzo, le descrizioni. In un paio di occasioni ammetto di averle trovate un pochino frettolose, ma nella maggior parte dei casi sono scritte davvero bene, in maniera scorrevole ma non per questo superficiale.
Anche l'atmosfera e` resa molto bene. Le vicende dei protagonisti sono avvolte nel mistero, c'e` del thriller, del paranormale quindi si deve provare suspence, attesa. Per tutta la durata della lettura nella mia mente era perennemente notte, oppure c'era la pioggia, il freddo, percepivo la nebbia e il grigio del cielo e questa e` l'atmosfera perfetta sia per il genere letterario che per la storia e trovo che l'autore abbia saputo trasmettermi molto bene queste sensazioni.

Per quanto riguarda i personaggi, trovo che siano stati descritti bene, ognuno dei protagonisti ha la sua personalita` facilmente distinguibile, quindi non abbiamo personaggi banali o che si dimenticano. E` comunque presto, almeno per me, farmi un'idea su di loro. Se dovessi scegliere un mio preferito opterei per Riyo perche` la sua cupezza e il suo essere introverso me lo rendono affine, mi ci ritrovo di piu`. Ma siamo solo all'inizio! Per ora abbiamo fatto conoscenza con i protagonisti principali, abbiamo saputo qualcosa della loro storia passata, ma e` tutta una introduzione, una preparazione a tutto cio` che avverra` nei prossimi libri della saga, dove mi auguro che succeda davvero di tutto! Mi e` piaciuto particolarmente il “cattivo”, questo essere misterioso, dalla parlata strana, decisamente inquietante. Voglio sapere di piu` su di lui!
In qualche altra recensione ho letto che i personaggi sono innovativi, mai visti prima. Non sono molto d'accordo con questa opinione ma solo perche` dipende dal genere letterario al quale si e` abituati. Per me che leggo e guardo film e telefilm di questo genere da sempre, non sono personaggi o situazioni nuovissime, ma non per questo li ho trovati scontati. Diciamo che mi sono sentita a mio agio tra trasformazioni demoniache, sette pseudosataniche, apparizioni di fantasmi e accenni a vampiri. La cosa importante e` che l'autore sappia in futuro usare questi elementi in maniera intelligente, perche` cadere nel banale e` un attimo e qualcosa di pericoloso per il romanzo.
Ma sento di potermi fidare dell'autore, ho trovato davvero delle buone basi e con qualche accorgimento sono sicura che ce la fara`!

Se quindi ho trovato un inizio travolgente e un finale che mi ha lasciata curiosa come una faina, ci sono alcune cose che non mi hanno convinta ma non so bene se la “colpa” (parolone eh) sia dell'autore o dell'impaginazione. Mi spiego. Capita in alcuni capitoli che ci sia piu` di un protagonista, con cambi di scena e di azione. Questi cambi non sono sempre netti e ben chiari e quindi un paio di volte mi sono trovata a capire dopo qualche riga che il protagonista della scena era un altro personaggio, con un pochino di destabilizzazione nella lettura. Niente di sconvolgente e qualcosa di assolutamente correggibile per il futuro :)

Ultima menzione, come sempre per l'edizione. Grafica, copertina e illustrazioni meravigliose! Le illustrazioni sono troppo poche. Mi piacciono talmente tanto che le incornicerei se potessi!

Quindi, per me un buonissimo esordio per Andrea Mariani. Ha messo in tavola tante carte e sono curiosissima di sapere cosa e` successo a Riyo, chi e` il malvagio, chi sono in realta` i due ragazzi, insomma tutto! Voglio sapere tutto! A quando il prossimo volume?!?!



venerdì 28 settembre 2018

"I pilastri della terra" di Ken Follett - Cosa ne penso?


“Inghilterra, 1135. Tom il Costruttore dirige l'edificazione della nuova dimora di William Hamleigh e della sua futura sposa, la figlia del conte di Shiring; inaspettatamente pero`, la ragazza rifiuta il matrimonio e Tom si ritrova cosi` senza lavoro a vagare con la sua famiglia in cerca di un nuovo cantiere. Tom ne approfitta per cercare di dare vita al suo sogno, diventare il mastro costruttore di una cattedrale. Purtroppo passeranno molti mesi di poverta` e di stenti, prima di trovare nel monastero di Kingsbridge e nel suo nuovo priore Philip, la luce in fondo al tunnel.
Attorno alla costruzione della nuova e innovativa cattedrale di Kingsbridge si avvicenderanno dal quel momento le avventure dei protagonisti tra intrighi, cospirazioni, storie d'amore e un mistero che avvolgera` la morte di un cantastorie e che nascondera` per molti anni un complotto importante per la vita di tutta l'Inghilterra.”



Come spesso mi sta capitando in questo anno, anche la lettura di questo romanzo in realta` non e` stata una prima volta; io e I pilastri della terra ci siamo gia` incontrati piu` di dieci anni fa ma non ricordavo assolutamente niente della storia, tranne il fatto che c'entrava una cattedrale e che mi era piaciuto da morire. Era quindi giunto il momento di procurarmi la mia copia e affrontare il mattone!

L'intero libro e le vicende dei protagonisti ruotano tutte intorno alla costruzione della cattedrale di Kingsbridge: per i costruttori Tom (e piu` avanti Jack) diventa la ragione di vita, il lavoro che da` da mangiare alla propria famiglia e il progetto piu` ambizioso al quale hanno mai aspirato; per il priore Philip rappresenta l'occasione di riscatto e di rinascita per il priorato e per i villaggi circostanti; per i cattivi della storia e` la scusa che possono usare per giustificare le esplosioni di violenza e di vendetta che riversano sui “buoni”. E` chiaro quindi che la cattedrale stessa diventa uno dei protagonisti piu` importanti a cui Follett dedica tante pagine in cui ci spiega (con tanti, tantissimi dettagli) ogni minimo particolare della costruzione, i vari problemi che i costruttori dell'epoca si trovano davanti e tutte le tecniche utilizzate. Ecco, queste sono le parti che mi sono piaciute di meno e che credo possano appassionare solo un ingegnere. In questi momenti mi sono un po` annoiata anche se in alcuni casi Follett ha usato sapientemente questi dettagli come “arma di distrazione”. Non poche volte, infatti, dopo pagine e pagine di tecniche costruttive medievali il lettore si trova a girare pagina e a leggere di una catastrofe!

Ecco, le catastrofi, le stragi di innocenti e la sfiga piu` nera sono un'altra costante di questo libro, che si puo` definire il libro del MAINAGIOA. E` stato frustrante ma allo stesso tempo avvincente leggere come una gioia apparente capitata ai nostri protagonisti venisse distrutta subito dopo dai cattivi di turno. Un po` come quando abbiamo quella pellicina sul dito che ci fa male che continuiamo a tormentare.
I personaggi si possono dividere sostanzialmente in due gruppi: i “buoni” e i “cattivi”. I buoni comprendono Tom, la sua famiglia, Ellen, Jack, Aliena e il priore Philip. Tra i cattivi ci sono il vescovo Waleran, William e a un certo punto Alfred, il primogenito di Tom.
I “buoni” sono sostanzialmente tutte brave persone anche se i miei preferiti sono stati senza ombra di dubbio Jack, Aliena e Ellen. Per quanto riguarda Tom e Philip, per quanto siano indubbiamente delle brave persone, hanno qualcosa che non mi ha fatto tifare completamente per loro. Sono entrambi un pelino ambizioni ed egoisti, talmente ligi alle regole da non riuscire a mettersi nei panni degli altri e da non riuscire a vedere come, anche se cercano di agire bene, a volte fanno del male. Soprattutto a Tom non perdono il fatto di aver quasi fatto morire di fame le sue due famiglie per ambizione personale o di aver avuto fino alla fine il prosciutto sugli occhi quando si trattava del figlio Alfred; se avesse riconosciuto fin da subito che Alfred stava diventando un tipo cattivo e pericoloso si sarebbero potute evitare alcune sofferenze.
Per quanto riguarda i cattivi invece, Follett e` stato bravissimo nel creare dei malvagi veramente odiosi. A volte capita di trovare dei cattivi complessi, che hanno un passato, dei segreti, qualcosa che motiva la loro malvagita`; a volte capita di trovare dei cattivi ai quali il lettore suo malgrado si affeziona. I cattivi di questo romanzo invece sono tali perche` a loro piace cosi. Sono sadici, prepotenti, sono dei bulli con un potere enorme. Odiano i buoni per il solo fatto che respirano e passano la loro intera vita a tramare per rovinare la vita dei nostri. E` talmente facile detestarli che si arriva a desiderare di vederli morire male, malissimo.

Leggendo questo romanzo mi e` capitato spesso di provare un senso di ingiustizia e di fastidio tale da voler chiudere il libro, ma in effetti stiamo parlando del 1100, pieno Medioevo, e se la vita e` ingiusta ora, figuriamoci in quel periodo dove conti, baroni e vescovi potevano fare i bulletti prepotenti a loro piacimento ben consapevoli del fatto che non sarebbero stati puniti. Perche` cosi` andava il mondo e perche` c'erano piu` pretendenti al trono che, essendo impegnati a farsi la guerra non avevano certo tempo da perdere nel risolvere queste “beghe minori” e cosi` i prepotenti avevano via libera.
La stessa cosa vale per la condizione delle donne di questo romanzo. Tra tutti i protagonisti le donne, e in particolare Ellen e Aliena, sono state le mie preferite in assoluto. Forti, indipendenti, si trovano piu` volte a doversi risollevare e a doverlo fare con le proprie forze riuscendoci alla grande, rompono gli schemi e la concezione della donna stupida e inferiore (in particolare Aliena che diventa una ricca imprenditrice); tutti i loro sforzi pero` sono costantemente vanificati dagli uomini, persino dai protagonisti “buoni”, che mettendo in primo piano il loro benessere non si mettono tanti problemi a calpestare quello delle donne che gli stanno vicino.

Un accenno anche al fattore amoroso di questo libro. Di solito io non amo i libri con storie d'amore all'interno, perche` la maggior parte delle volte le trovo smielate e troppo irreali. Ma in questo caso ho apprezzato davvero tanto la storia d'amore tra Jack e Aliena, mi sono sentita coinvolta e ho tifato per loro. Mai eccessivamente sdolcinata, fiabesca o volgare, e` stata davvero una bella storia.

Quindi, per terminare, confermo l'amore provato alla prima lettura? Per la prima meta` del libro mi sono chiesta come mai mi fosse piaciuto cosi` tanto perche, pur trovandolo interessante e scorrevole, in alcuni momenti mi ha annoiata. Ma dalla seconda meta`, e soprattutto nel momento in cui Jack e Aliena diventano i protagonisti, ho riprovato quella sensazione! L'ho letteralmente adorato e non vedo l'ora di leggere il secondo volume di questa trilogia. So che dovro` abbandonare i protagonisti di I pilastri della terra, la loro storia e` ormai conclusa. Ma Follett e` davvero riuscito a creare un romanzo storico con i fiocchi a cui non manca niente! Il mio voto e` indubbiamente un 5/5 pieno.

martedì 18 settembre 2018

"Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde - Cosa ne penso?


“Dorian Gray e` un giovane bello, intelligente e innocente che per queste sue caratteristiche ha attirato l'attenzione dell'artista Basil Hallward, deciso a farne un ritratto. Durante una delle sedute nello studio di Hallward, Dorian conosce lord Henry Wotton, un uomo cinico, attirato solo dalla bellezza, il classico dandy londinese. Tra i due nasce un'amicizia molto pericolosa per Dorian, che assorbe subito i pensieri di lord Henry sull'estetismo, sul mondo e in particolare sulla giovinezza, cosi importante ma allo stesso tempo sfuggente. La giovinezza diventa un'ossessione per Dorian che arriva a esprimere un pericoloso desiderio per conservarla. Quello che Dorian non immagina e` che il suo desiderio si avverera` e il suo ritratto iniziera` a portare al suo posto i segni dell'invecchiamento e dei vizi che, sotto la cattiva influenza di lord Henry, Dorian comincera` a commettere.”




Come spesso mi capita, con alcuni libri ho bisogno di leggerli piu` volte per coglierne tutti gli aspetti; per Il ritratto di Dorian Gray e` stato cosi. Letto per la prima volta a 17 anni e per la seconda volta a 20, mi era piaciuto ma sentivo di non averlo apprezzato come meritava. E cosi, per terza volta eccomi qui, appena letto e pronta per commentarlo. Sento di essermi fatta un'idea ancora piu` chiara ma Il ritratto di Dorian Gray e` indubbiamente uno di quei libri da leggere mille volte!

All'inizio del romanzo conosciamo un Dorian Gray diverso da come siamo abituati a vederlo rappresentato. E` un giovane ventenne che si sta appena affacciando al mondo, e` cresciuto negli agi ma anche sotto il comando di un nonno autoritario che l'ha cresciuto sotto una campana di vetro. E` percio` molto ingenuo e spontaneo; e se questa sua parte candida delizia e attira il pittore Basil, che prova subito molto affetto per lui, per sua sfortuna attira anche l'attenzione di lord Henry Wotton, un dandy aristocratico superficiale e maligno. Henry intuisce subito che Dorian e` innocente e malleabile e gia dal primo incontro si diverte a instillare le prime gocce di dubbio e di impurita` nella mente di Dorian. Fino a quel momento il giovane non aveva quasi idea del suo aspetto ma dopo solo il primo incontro Dorian si rallegra per la sua giovinezza che esalta la sua bellezza e si dispera per il fatto che, come gli ha suggerito lord Henry, essa svanira` rapidamente e senza giovinezza e bellezza e` come se non gli rimanesse niente altro di importante nella vita.

Dorian e` tra due fuochi, i classici diavoletto e angioletto sulla spalla del protagonista: da una parte il diavolo/Henry che fa di tutto per corromperlo e dall'altra l'angelo/Basil che cerca di salvare Dorian provando ad aprirgli gli occhi e inducendolo a diffidare di Henry, cattivo consigliere. Purtroppo Dorian e` giovane e Henry eccezionalmente carismatico e Dorian ci casca.
A ritratto ultimato inizia a provare gelosia nei confronti della sua immagine, che rimarra` per sempre giovane mentre lui sara` costretto a invecchiare e in quel momento avviene l'irreparabile, il desiderio, il “patto col diavolo” che viene esaudito. Da quel momento il ritratto invecchiera` al suo posto, mentre Dorian potra` rimanere giovane in eterno. Quello che diventa il ritratto in realta` e` la sua anima, perche` non portera` solo i segni della vecchiaia ma anche delle cattive azioni di Dorian.
Sotto la cattiva influenza di Henry, a poco a poco Dorian si trasforma in una brutta persona, cattivo, egoista e superficiale, lussurioso e pieno di altri vizi. L'unico a poter vedere gli effetti di cio` che sta combinando e` Dorian stesso, sul suo ritratto, che decide di nascondere in una stanza chiusa.
E` inevitabile che questa spirale di decadenza lo portera` a commettere atti sempre piu` gravi, fino al piu` terribile di tutti e a quel punto il peso sulla coscienza e` troppo grande perche` capisce di non poter piu` tornare indietro. La frustazione aumenta ancora di piu` quando capisce di non poter cancellare una cattiva azione commettendone una buona (anche perche` le buone azioni che lui compie sono comunque egoistiche, atte solo a pulirsi la coscienza).

E in tutto questo lord Henry e` li ad assistere e a muovere Dorian come una marionetta, senza ovviamente prendersi mai la responsabilita`. E` furbo perche` mette la pulce nell'orecchio a Dorian e poi sta a guardare; parla di commettere brutte azioni ma lui non le commette mai personalmente. Dorian e` un gioco, un esperimento, un passatempo per Henry. Molti dicono che lord Henry e` un bel personaggio, mentre io ho provato molto risentimento nei suoi confronti. E` sicuramente un personaggio affascinante e ben costruito ma io non sopporto i manipolatori e lui ha contribuito a rovinare la vita di Dorian solo per gioco.
Ovviamente la colpa maggiore e` di Dorian stesso, perche` e` comunque lui il responsabile finale delle sue azioni.

Una delle cose che mi piace di piu` di questo libro e` l'atmosfera, sempre “dark”; non si ha mai l'impressione che le cose miglioreranno, anzi, si sa che Dorian sprofondera` sempre di piu` e questa sensazione ci viene data proprio dalla scrittura e dallo stile di Wilde che, se in alcune opere e` ironica e irriverente, qui e` oscura ma allo stesso tempo piena di poesia. Mi sono piaciuti molto i dialoghi (e i monologhi) di lord Henry sull'estetismo e sulla sua visione del mondo cosi` cinica e egoista e anche se non li condivido per niente sono estremamente affascinanti. Qualche volta mi sono indignata per la facilita` con la quale Dorian si fa imbambolare da lord Henry per poi ammettere subito dopo che e` un personaggio estremamente magnetico. E` quindi quasi destino di una persona fragile e malleabile come Dorian cadere nella sua rete e farsi influenzare.

Il ritratto di Dorian Gray e` sicuramente un classico che tutti devono leggere. Rapisce la mente e il cuore. Il mio voto per questa terza rilettura e` 4.5 ma sono sicura che se ci sara` una quarta volta trovero` altri lati del romanzo che fino a questo momento non avevo notato e il voto potrebbe salire anche a 5 :)

mercoledì 12 settembre 2018

"Trilogia di Mr. Mercedes" di Stephen King - Cosa ne penso?


Questa volta un commento un po` diverso dal solito. Ho infatti pensato di fare un unico post su quella che viene chiamata “trilogia di Mr.Mercedes” o “trilogia di Bill Hodges” in modo da avere un quadro piu` completo su quello che e` il primo esperimento per Stephen King con il thriller/poliziesco. Ma andiamo con ordine!





<Mr. Mercedes>
2009, in piena crisi economica, durante una fiera del lavoro per la quale migliaia di persone sono in fila dalla notte precedente, una Mercedes piomba sulla folla compiendo una strage. Qualche tempo piu` tardi il colpevole manda una lettera provocatoria al detective Bill Hodges che aveva indagato sul caso e che ormai e` in pensione. Questa lettera sara` la scintilla che mancava a Hodges per rimettersi in carreggiata e ricominciare le indagini per scovare il sadico Mr. Mercedes.

<Chi perde paga>
Nel 1978 lo scrittore John Rothstein, considerato un genio della letteratura americana, viene rapinato e ucciso da un fan nella sua villa. L'assassino pero` non e` tanto interessato ai soldi quanto ai taccuini dello scrittore che raccolgono molti scritti mai pubblicati; per sua sfortuna, poco dopo averli nascosti, verra` arrestato e passeranno 30 anni prima che possa cercarli. Le cose si complicheranno ulteriormente perche` nel 2010 Pete Saubers, figlio di una delle vittime di Mr. Mercedes, trova i taccuini e i soldi, diventando cosi il bersaglio dell'assassino di Rothstein. Dovra` quindi entrare in scena Bill Hodges per proteggere il ragazzo.

<Fine turno>
Dopo il primo scontro tra Hodges e Mr.Mercedes, il secondo non e` morto ma si trova in stato semi-vegetativo presso un ospedale. Le infermiere che si occupano di lui mormorano di fatti strani e quasi “paranormali” che si verificano attorno al paziente apparentemente inerme, non sapendo che la verita` e` ancora peggiore. Mr.Mercedes infatti non e` affatto un vegetale e presto trovera` il modo per tornare e chiudere i conti definitivamente con il suo acerrimo nemico Bill Hodges.


Dicevo che con questa trilogia, Stephen King si discosta dal suo solito genere “horror” per addentrarsi in un thriller/poliziesco. E` una mossa azzardata ma che a mio parere (e non solo mio) e` riuscita perfettamente! Ma esattamente, c'e` qualcosa che King non sappia scrivere?!
A me i thriller piacciono ma spesso ne leggo due o tre e poi mi stufano; questo perche` spesso li trovo tutti uguali, un po` scontati e prevedibili. Raramente trovo un thriller veramente sconvolgente o con una trama geniale, saro` sincera. Nel caso di questa trilogia, invece, ho trovato delle storie veramente intelligenti e godibili e soprattutto con il classico tocco King: personaggi caratterizzati perfettamente, sadismo, crudelta`, psicopatici e protagonisti ai quali non possiamo fare a meno di affezionarci. Una delle cose che mi piacciono di King e` la sua capacita` di descrivere l'animo umano, con tutte le sue fragilita` e i suoi lati oscuri; perfino gli eroi hanno dei difetti che li rendono piu` umani, persone comuni con le quali possiamo identificarci, e qui tra Bill Hodges e Mr. Mercedes ci siamo proprio! Certo, non mi posso identificare con Brady Hartsfield, pero` e` un personaggio che nonostante sia pazzo da legare e` vero e plausibilissimo.
Un'altra cosa che ho apprezzato di questo “esperimento” e` il fatto che King e` riuscito a scrivere una bellissima storia senza ricorrere all'horror. Se siete persone che schifano l'horror come la peste non temete, non ne troverete! Ci sara` giusto un pizzico paranormale in Chi perde paga e molto di piu` in Fine turno, dove sara` al centro delle nuove capacita` di Hartsfield ma niente mostri, fantasmi o morti viventi. In questa trilogia la malvagita` che arriva da persone in carne e ossa basta e avanza! E` uno di quei casi in cui non dobbiamo avere paura dei morti ma dei vivi che attuano paure molto piu` concrete.

E` difficile scegliere tra i tre romanzi il mio preferito perche` mi sono piaciuti quasi allo stesso modo, ma se dovessi fare una classifica sceglierei proprio l'ordine cronologico. Mr. Mercedes e` quello che preferisco perche` e` stata una novita` e una piacevole scoperta. Se poi chiedete in giro, la maggior parte dei lettori vi dira` che preferisce Fine turno a Chi perde paga. A me invece e` piaciuto un pelino di piu` Chi perde paga perche`, nonostante di Mr.Mercedes si parli molto poco perche` in quel momento e` in una stanza di ospedale e i protagonisti sono altri, mi e` piaciuto molto il fatto che i protagonisti tra cui il cattivo della situazione e il ragazzino sono degli appassionati di letteratura americana e grazie a loro King sfoga un po` della sua conoscenza in merito. Mi hanno fatto proprio venire voglia di approfondire e di conoscere autori come Roth, Steinbeck, Maugham. E` stata una lettura per me affascinante.
Ovviamentente poi sono d'accordo con l'opinione generale che vede Fine turno come la degna conclusione della trilogia. Non faccio spoiler, ma dico solo: preparate i fazzoletti!

Insomma, consiglio vivamente la lettura di questi tre romanzi che vanno assolutamente letti in ordine di uscita. Puo` sembrare un consiglio scontato ma ho letto che qualcuno chiedeva proprio se dovessero essere letti in quest'ordine o se si potesse andare in ordine sparso. Assolutamente no!
Ora sono pronta per The outsider!!

mercoledì 22 agosto 2018

"Via col vento" di Margaret Mitchell - Cosa ne penso?


Via col vento e` la storia della vita di Rossella O'Hara, figlia di un grande proprietario di piantagione di cotone e di schiavi della Georgia. Rossella e` la tipica diciassettenne ricca impegnata solo ad avere bei vestiti e un gran seguito di corteggiatori; ma i tempi stanno cambiando e nell'aria c'e` odore di guerra. Gli uomini non vedono l'ora di partire per difendere la Confederazione, le donne sono preoccupate, tutte meno Rossella che si preoccupa solo di cio` che la colpisce personalmente. Nel 1861 comincia quella che per tutto il mondo e` nota come la Guerra di secessione americana, e Rossella sara` costretta a fare i conti con la morte, la devastazione e la poverta` che ne seguira`. Da ragazzina superficiale dovra` rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ricostruire la sua casa e la sua ricchezza. I superstiti di questa guerra saranno tutti costretti a cambiare e se c'e` chi diventera` piu` forte, per Rossella arriveranno ricchezza materiale ma una grande aridita` nel cuore.”




All'inizio del libro Rossella e` una ragazzina viziata e capricciosa, figlia di un ricco proprietario di piantagioni di cotone e di schiavi della Georgia, nel sud dei futuri Stati Uniti. Ritroviamo tante caratteristiche di libri ambientati in questo periodo storico, come i protagonisti appartenenti alle classi piu` ricche (in questo caso non aristocratici ma proprietari terrieri), balli, eventi e ragazze impegnate a procurarsi i vestiti piu` belli e un buon matrimonio. Tra tutte spicca Rossella. L'autrice ci rivela che la nostra protagonista non e` particolarmente bella ma e` molto brava a porsi nei confronti degli uomini; e` estremamente vanitosa e una civetta nata e questo le permette di far cadere ai suoi piedi tutti gli esemplari di sesso maschile in circolazione, compresi i fidanzati delle altre! Per questo motivi Rossella non ha amiche, e infatti lei stessa dichiara che le donne sono tutte sue nemiche, tranne la mamma per la quale Rossella prova un amore infinito.
Inoltre e` anche profondamente ignorante e ottusa, non e` capace di provare empatia, solidarieta` nel prossimo e ogni volta che qualcuno prova a parlarle io mi immagino nella sua mente la scimmia che batte i piatti nel cervello di Homer Simpson. Attenzione, non e` stupida e piu` avanti lo dimostrera`, ma nelle relazioni con il prossimo e` un disastro.

Purtroppo tempi duri stanno per travolgere tutta questa serenita`: la guerra di Secessione e` alle porte e tutti sono in gran fermento. Tutti meno Rossella che, fino a quando la guerra non la colpira` in faccia, si rifiutera` di ammettere che sia tutta questa gran cosa. A guerra iniziata Rossella vivra` ad Atlanta con la cognata Melania Wilkes e la zia di lei, e verra` praticamente costretta a fare la volontaria all'ospedale per assistere i feriti che arrivano dai campi di battaglia. Neanche questo basta per far aprire gli occhi a Rossella. Il suo egocentrismo non le fanno percepire la gravita` della situazione e la sofferenza altrui, per lei e` tutta una gran scocciatura. Le cose cambiano quando la guerra arrivera` ad Atlanta: a quel punto la guerra e` ormai persa, la citta` verra conquistata dagli yankees e lei sara` costretta a fuggire verso Tara con la cognata indebolita dal recentissimo parto, due bambini e una serva imbecille. Questo e` il vero punto di svolta per Rossella che si ritrova davanti a un bivio. Una volta arrivata a Tara scoprira` che la sua casa c'e` ancora ma i campi sono andati, gli schiavi liberati, la famiglia provata e l'amato padre impazzito. Rossella, che per tutta la vita e` stata abituata a non avere mai un problema e essere servita e riverita, fa una cosa ammirevole: a malincuore si rimbocca le maniche, caccia via la paura e si mette a lavorare. La fame e la poverta` sofferta saranno la spinta che ci vuole per farla maturare. Qui Rossella si trova davanti a due strade: puo` sfruttare questa situazione per diventare una donna forte e straordinaria e redimersi, cancellare la brutta persona che e` stata fino a quel momento oppure scendere nel baratro. Purtroppo Rossella sceglie la seconda strada. Diventa indubbiamente piu` forte e indipendente, ma tutti i lati negativi del suo carattere andranno solo a peggiorare. Diventera` piu` avida, piu` fredda e senza scrupoli.
Rossella e` dall'inizio alla fine un personaggio negativo, una brutta persona. Eppure l'autrice non poteva scegliere una protagonista migliore. Nonostante io l'abbia odiata per la maggior parte del tempo, ho anche ammirato la sua forza, la sua indipendenza e il fatto che si sia ribellata alla societa` fortemente restrittiva e maschilista dell'epoca. Tra il lettore e la protagonista si instaura un rapporto di amore/odio. Per quanto mi riguarda piu` odio che amore, ma Rossella mi rimarra` comunque nel mio cuore e nella mia mente.

L'altro personaggio per il quale ho provato gli stessi sentimenti e` ovviamente Rhett Butler. Rhett e` il classico “bad boy”, e` la versione maschile di Rossella ma senza ipocrisia. E` ben consapevole di essere un reietto e si diverte a farlo notare agli altri; la differenza tra i due e` che Rossella e` marcia dentro mentre Rhett in fondo (molto in fondo) un po` di bonta` ce l'ha. Non sono per niente d'accordo con una frase che viene ripetuta spesso nel romanzo, ossia che il vero amore puo` esserci solo tra persone simili. Ogni frase fatta sull'amore e` una scemenza, ci deve essere equilibrio e nella coppia entrano in gioco tanti altri fattori. Ma in questo caso e` verissimo! Rhett e` l'unico amore possibile per Rossella perche` e` l'unico che la capisce veramente, che sa leggere oltre la maschera di ipocrisia, che riconosce la parte cattiva del suo carattere e la ama proprio per questo.
Eppure lei ha la testa dura e questo non riesce a capirlo, se non dopo secoli. Per lei, il vero amore e` Ashley Wilkes.

Ashley Ashley… Per anni Rossella si convince che Ashley sia l'uomo perfetto, coraggioso, intelligente, bello e incorruttibile. In realta` per lei andrebbe bene un solo aggettivo: irraggiungibile. Tutto quello che lei fa nella sua vita e` in funzione di Ashley e dell'idea che lei si e` fatta di lui. E` un amore da adolescente idealizzato all'ennesima potenza e se se ne fosse resa conto prima lei stessa poteva risparmiarsi tanta sofferenza. Il lettore si rende conto molto prima della protagonista che in realta` Rossella non lo ama veramente, ma da brava viziatella lo vuole solo perche` e` l'unica cosa che non e` riuscita ad avere, nonostante i suoi sforzi, i suoi pianti e i suoi capricci. Cosa sarebbe successo se Ashley avesse lasciato Melania per sposare Rossella? Probabilmente nel giro di due settimane lei si sarebbe stufata di lui, cosi` intelligente, riflessivo e preso dai suoi libri; sarebbe anche arrivata a odiarlo e a calpestare senza scrupolo i suoi sentimenti.
Non ho apprezzato per niente il personaggio di Ashley, anche se e` importante ai fini della storia. E` un carciofo! Se all'inizio e` affascinante, intelligente, un vero gentiluomo, purtroppo non e` assolutamente adatto alla vita vera. Dopo la guerra vivra` in un limbo perenne, incapace di prendere una decisione, sono gli altri che le prendono per lui e la cosa peggiore e` che lui ne e` ben consapevole, ne rimane umiliato ma comunque incapace di reagire.

Il personaggio che ho amato di piu` in tutto il libro e` Melania Wilkes. Se all'inizio e` una ragazza docile, buona, che e` facile immaginare sottomessa, Melania nasconde una vera tigre. E` il pilastro sulla quale Rossella si appoggia, senza rendersene conto. E` meravigliosa! Voglio anche io una Melania Wilkes nella mia vita!

Ultima considerazione e poi chiudo, giuro! Uno dei grandi temi di questo libro e` la guerra di secessione, che ha portato a una grande conquista, la fine della schiavitu` nelle piantagioni del sud e la liberazione degli schiavi. Siamo sempre stati abituati a vedere questa storia dalla parte dei vincitori, gli yankees e a vedere i Confederati come i malvagi della situazione. In questo romanzo, pero`, i protagonisti sono proprio loro, gli sconfitti. Vediamo questa guerra dal loro punto di vista ed ecco che i Confederati sono i buoni, gli unici muniti di orgoglio, integrita`, civilta`. La schiavitu` non e` una brutta cosa, le violenze verso gli schiavi sono una bugia perche` sono sempre stati considerati membri della famiglia (certo, trattati come il cagnolino o come bambini ritardati ma sempre di famiglia). Gli yankees invece sono i violenti, gli incivili, gli ipocriti che dopo aver liberato gli schiavi li trattano con razzismo.
Inoltre i personaggi neri sono decisamente stereotipati e la parola ne*** con la g in mezzo e` ampiamente utilizzata. Queste sono tutte cose che possono dare molto fastidio, ma e` bene ricordare il contesto e diciamo che il disagio iniziale un po` si supera, anche se rimane sempre un po` strano arrivare quasi a tifare per gli schiavisti!

In conclusione, penso che Via col vento sia un romanzo veramente stupendo e che l'autrice abbia fatto una scelta coraggiosa ma molto azzeccata nello scegliere una protagonista cosi negativa. Alla fine, il risultato e` ottimo! Il mio voto e` decisamente un 5/5 pieno!

venerdì 3 agosto 2018

"La figlia sbagliata" di Jeffery Deaver - Cosa ne penso?


“Megan Collier e` un'adolescente problematica, che dopo l'ennesima bravata viene costretta ad andare da un terapista; ma per tanto tempo il suo medico sembra non aiutarla a superare i suoi problemi. Megan e` infatti figlia di due genitori divorziati da tanti anni, che si sono rifatti una vita e non sembrano avere molto tempo per lei. Ma un giorno arriva un nuovo terapista, il dott.Peters, che in una sola seduta e` in grado di capire al volo l'origine dei suoi problemi e di tirare fuori la rabbia che ha dentro. Potrebbe sembrare la svolta, ma a un certo punto Megan scompare. Tutto fa propendere per una fuga volontaria ma proprio i genitori insistono nel voler dire che la faccenda sembra troppo strana. Scoprono cosi che la figlia e` stata rapita da una persona che li conosce molto bene e che dietro questa sparizione si celano ricatto e vendetta. Gli ex coniugi saranno quindi costretti a pensare, forse per la prima volta, alla loro figlia e a fare un esame di coscienza con il proprio passato per riuscire a salvare Megan.”




Jeffery Deaver e` un celebre autore di thriller, conosciuto soprattutto per il suo ciclo di libri dedicati a Lincoln Rhyme e Amelia Sachs (chi non conosce Il collezionista di ossa?) ma nella sua lunga e prolifica carriera ha dato vita anche ad altri personaggi e a thriller autoconclusivi. La figlia sbagliata e` uno di questi e in passato e` stato molto apprezzato dalla critica. Quindi, unendo la mia voglia di thriller estivi al fatto che questo libro era bello pronto e diponibile (e gratis) nella libreria di mia madre, ne ho approfittato subito per dedicargli gli ultimi 3 giorni di luglio.

Questo romanzo si incentra molto sulla opposizione tra il “cattivo” (il rapitore) e il “buono” (il padre di Megan). Entrambi sono molto intelligenti e per la propria professione (psichiatra il primo, avvocato il secondo) sanno riconoscere le emozioni altrui solo dai gesti e sanno usare molto bene le parole per intortare il prossimo e fargli fare quello che vuole. E` cosi che il rapitore conquista la fiducia di Megan e poi di tutti gli altri personaggi coinvolti. Questo tizio e` in grado di fregare tutti con estrema facilita`. A poco a poco individua tutti i potenziali testimoni o i personaggi che in qualche modo potrebbero dargli fastidio, li studia per individuare i punti deboli e li avvicina conquistandosi in breve tempo la loro fiducia. Il suo scopo e` ovviamente quello di metterli fuori gioco, ma e` un essere talmente pazzo da provarci gusto a incasinare totalmente la vita di queste persone. Non solo si accontenta di toglierli di mezzo temporaneamente ma gode del suo “potere” di persuasione per rovinargli matrimoni, spingere madri al suicidio, mandarli in galera e farli ripiombare in cattive abitudini. Ho trovato questo parti un po` forzate. Va bene che un buon psichiatra deve saper entrare nella mente delle persone ma la facilita` con la quale tutti si fanno infinocchiare da questo personaggio e` impressionante e poco probabile.
Se all'inizio si prova rabbia nei confronti dello psichiatra, quando veniamo a intuire a poco a poco le sue motivazioni, non possiamo fare a meno di provare un po` di pena. Ovviamente non possiamo mai giustificarlo perche` quello che fa e` orribile, ma capiamo che i protagonisti “buoni”, i genitori di Megan, tanto buoni e innocenti non sono. Se all'inizio Megan sembra la classica ragazzina che fa le cavolate solo perche` i genitori sono divorziati, ben presto ci accorgiamo che ha perfettamente ragione! Gli ex coniugi Collier sono due emeriti imbecilli, dei genitori di m….
Troppo presi dalla propria carriera e da se stessi, hanno sempre visto la propria figlia come un peso, un ostacolo, un qualcosa che ha peggiorato le loro vite. Se da una parte e` bello che finalmente si siano dati una svegliata e siano gli unici a capire che la figlia non e` scappata, dall'altra mi sembra che non la cercano mai con troppa convinzione. La ricerca della figlia e` ancora una volta una scusa per parlare di loro stessi, del loro matrimonio, del loro passato. Di loro, non di Megan. Poi magicamente c'e` una svolta, non si capisce bene come e perche`, e diventano i genitori dell'anno che sfoderano coraggio e sfidano tutto e tutti per salvare la figlia.
Schiaffi, schiaffi tutto il tempo per questi due! Povera Megan!

E` comunque un thriller psicologico che si legge senza nessun impegno, veloce ma allo stesso tempo carino. Come in ogni thriller che si rispetti e` presente il colpo di scena finale, la rivelazione che sinceramente non mi aspettavo e che forse spiega alcuni comportamenti passati dei genitori. Li spiega, ma non li giustifica! Ai miei occhi rimangono sempre persone di Emme.
Lo consiglio? Non saprei...e` carino ma essendo anche il primo Deaver che leggevo avrei preferito cominciare forse da Il collezionista di ossa, molto piu` nelle mie corde. Il mio voto e` di 3/5, un pochino stiracchiato. Non ho visto tutto sto grande capolavoro di cui ho letto. 

lunedì 30 luglio 2018

"La casa degli spiriti" di Isabel Allende - Cosa ne penso?


“Clara, l'ultima dei quindici figli di Severo e Nivea del Valle, e` una bambina strana. Ben presto in famiglia capiscono che le spettrali apparizioni, la saliera che si muove durante il pranzo e altre strani avvenimenti sono tutti opera di Clara. La bambina e` anche in grado di predire con una certa esattezza le tragedie e i terremoti; questo perche` Clara e` una chiaroveggente, solo l'ultima delle stramberie di una famiglia bella, unita ma sicuramente stramba. Ma con questa sua particolarita` e il suo carattere distratto e assente, che vita potra` fare? In realta` Clara avra` una vita decisamente densa, fatta di artisti, sedute spiritiche ma anche di marito e tre figli. Una vita quasi mai semplice, soprattutto a causa del suo irascibile marito, che Clara riporta minuziosamente nei suoi quaderni divisi con nastrini colorati. Grazie a lei, al marito Esteban e alla nipote Alba vivremo il Cile lungo tutto il secolo scorso, dai primi anni del '900, all'avvento fugace del comunismo, fino alla terribile dittatura che per 20 anni ha piegato il Cile. Con questo libro si conclude un viaggio lungo piu` di 100 anni che noi lettori abbiamo fatto in compagnia delle famiglie Sommers e del Valle.”



Eccoci qui, alla fine di questo emozionante viaggio, iniziato con la piccola Eliza Sommers di La figlia della fortuna e terminato con Clara e Alba. La casa degli spiriti e` l'ultimo, in ordine cronologico, di questa saga familiare ma e` il primo a essere stato scritto, circa 20 anni prima. E` il romanzo d'esordio di Isabel Allende, acclamato in tutto il mondo come un capolavoro.
Per quanto mi riguarda, io lessi questo libro per la prima volta una decina di anni fa; non era il primo Allende che leggevo ma e` quello che mi ha folgorata! Ricordo di averlo adorato. Come ho constatato piu` volte in questi mesi, pero`, devo essere cambiata in questi 10 anni, perche` ho cambiato idea su parecchi libri. Nel caso di La casa degli spiriti non e` che ora non mi piaccia, attenzione, ma purtroppo non mi ha rubato il cuore come la prima volta.

Ricordo, per esempio, di aver sorvolato molto sulla figura di Esteban Trueba, mentre ora l'ho proprio odiato. In effetti per buona parte della storia e` difficile sopportarlo. Esteban e` un uomo che arriva da una brutta infanzia, fatta di poverta`, di lavoro infantile e di responsabilita` troppo grandi, costretto a lavorare per una madre malata e una sorella che lo faceva sentire perennemente in debito. Una volta cresciuto ha fatto davvero miracoli, perche` con la sua intelligenza e ambizione e` riuscito in pochi anni a costruirsi una fortuna e una posizione che gli sono durati tutta la vita ma il suo passato gli ha anche lasciato un pessimo carattere. Esteban e` un uomo con evidenti problemi di gestione della rabbia, violento, prepotente, che in famiglia si comportera` come un padre-padrone. Questo non ha mai impedito a Clara di vivere con lui, anche se non l'ha mai amato, pero` gli ha precluso la possibilita` di avere un qualsiasi tipo di rapporto con i figli che per quanto scapestrati non sono mai riusciti ad amarlo davvero. E` un uomo che sotto sotto aveva un cuore ma che la vita ha trasformato in un mostro. Diciamo che in parte si riscattera` durante la vecchiaia, quando tutti i suoi ideali e le sue certezze si sgretoleranno davanti ai suoi occhi; solo allora capira` veramente, avra` la possibilita` di fare un esame di coscienza e rimediare ad alcuni dei mille errori commessi con la sua famiglia.

Clara e` un altro personaggio molto particolare. E` idolatrata e dipinta come una delle donne forti della Allende e anche io me la ricordavo cosi. In realta` la sua non e` proprio forza, ma indifferenza verso cio` che la circonda; Clara fino alla fine della sua vita vivra` in un mondo tutto suo, fatto di fantasmi, sedute spiritiche e alieni, e questo le impedisce proprio di connettersi con il mondo vero, con la sua famiglia e con la sua casa. Attenzione, non e` una cattiva donna, una cattiva madre, vuole bene ai suoi figli e quando sara` proprio costretta riuscira` per un periodo a vivere su questa terra, tra noi mortali e a essere piu` pratica, ma solo fin quando ci sara` bisogno. Clara e` perennemente evanescente ed e` forse per questo che suo marito, abituato ad avere tutto cio` che vuole, ne diventa ossessionato. Lui puo` avere cio` che vuole, ma Clara gli sfuggira` sempre.
Sorvolando sui tre figli, che per quanto oppressi da un padre violento ho trovato abbastanza imbecilli, mi soffermerei sulla nipote Alba. Lei e` la vera donna forte di questa storia! E` una donna guidata dai suoi sentimenti ma con un piede sempre per terra, generosa, altruista e coraggiosa. Lei vivra` uno dei periodi piu` bui della storia del Cile da protagonista. E` grazie alla sua voce che veniamo a conoscenza di tutta la storia ed e` grazie a lei che il nonno, alla fine della sua vita rinsavisce e scopre di avere ancora un cuore. Lei e` stata la mia preferita in questa storia.

Ma la mia parte preferita di questo romanzo, quello che personalmente ha rinnovato la mia attenzione che a un certo punto della storia stava un po` calando, e` proprio l'ultima parte che riguarda il periodo che va dalle elezioni in cui vinsero i socialisti, fino alla dittatura. E` terribile leggere questa parte, perche` la Allende non ci risparmia niente, nessuna violenza. Ma e` giusto leggerle perche` queste cose sono successe. Nel libro si fa riferimento a un Poeta e al Presidente, che pero` rimangono innominati. Se molto probabilmente il Poeta al quale si riferiscono e` Neruda, e` impossibile non riconoscere nel Presidente la figura di Salvador Allende, il presidente socialista che vinse le elezioni e governo` per tre anni fino al colpo di stato di Pinochet nel quale venne ucciso e zio/cugino della nostra scrittrice. A causa della sua stretta parentela, la Allende fu costretta a fuggire dalla sua patria e quindi chi meglio di lei puo` raccontarci di prima persona questa brutta pagina della nostra storia contemporanea.

Se quindi, dal punto di vista della storia familiare e dei personaggi questo libro non e` stato il mio preferito (ho amato molto di piu` Ritratto in seppia e le figure di Eliza Sommers e Aurora del Valle), dal punto di vista del “contorno” storico questo romanzo e` stato sicuramente il piu` emozionante e toccante. Il mio voto e` di 3.8/5. Se consiglio di leggerlo? Ovviamente si!