mercoledì 22 agosto 2018

"Via col vento" di Margaret Mitchell - Cosa ne penso?


Via col vento e` la storia della vita di Rossella O'Hara, figlia di un grande proprietario di piantagione di cotone e di schiavi della Georgia. Rossella e` la tipica diciassettenne ricca impegnata solo ad avere bei vestiti e un gran seguito di corteggiatori; ma i tempi stanno cambiando e nell'aria c'e` odore di guerra. Gli uomini non vedono l'ora di partire per difendere la Confederazione, le donne sono preoccupate, tutte meno Rossella che si preoccupa solo di cio` che la colpisce personalmente. Nel 1861 comincia quella che per tutto il mondo e` nota come la Guerra di secessione americana, e Rossella sara` costretta a fare i conti con la morte, la devastazione e la poverta` che ne seguira`. Da ragazzina superficiale dovra` rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ricostruire la sua casa e la sua ricchezza. I superstiti di questa guerra saranno tutti costretti a cambiare e se c'e` chi diventera` piu` forte, per Rossella arriveranno ricchezza materiale ma una grande aridita` nel cuore.”




All'inizio del libro Rossella e` una ragazzina viziata e capricciosa, figlia di un ricco proprietario di piantagioni di cotone e di schiavi della Georgia, nel sud dei futuri Stati Uniti. Ritroviamo tante caratteristiche di libri ambientati in questo periodo storico, come i protagonisti appartenenti alle classi piu` ricche (in questo caso non aristocratici ma proprietari terrieri), balli, eventi e ragazze impegnate a procurarsi i vestiti piu` belli e un buon matrimonio. Tra tutte spicca Rossella. L'autrice ci rivela che la nostra protagonista non e` particolarmente bella ma e` molto brava a porsi nei confronti degli uomini; e` estremamente vanitosa e una civetta nata e questo le permette di far cadere ai suoi piedi tutti gli esemplari di sesso maschile in circolazione, compresi i fidanzati delle altre! Per questo motivi Rossella non ha amiche, e infatti lei stessa dichiara che le donne sono tutte sue nemiche, tranne la mamma per la quale Rossella prova un amore infinito.
Inoltre e` anche profondamente ignorante e ottusa, non e` capace di provare empatia, solidarieta` nel prossimo e ogni volta che qualcuno prova a parlarle io mi immagino nella sua mente la scimmia che batte i piatti nel cervello di Homer Simpson. Attenzione, non e` stupida e piu` avanti lo dimostrera`, ma nelle relazioni con il prossimo e` un disastro.

Purtroppo tempi duri stanno per travolgere tutta questa serenita`: la guerra di Secessione e` alle porte e tutti sono in gran fermento. Tutti meno Rossella che, fino a quando la guerra non la colpira` in faccia, si rifiutera` di ammettere che sia tutta questa gran cosa. A guerra iniziata Rossella vivra` ad Atlanta con la cognata Melania Wilkes e la zia di lei, e verra` praticamente costretta a fare la volontaria all'ospedale per assistere i feriti che arrivano dai campi di battaglia. Neanche questo basta per far aprire gli occhi a Rossella. Il suo egocentrismo non le fanno percepire la gravita` della situazione e la sofferenza altrui, per lei e` tutta una gran scocciatura. Le cose cambiano quando la guerra arrivera` ad Atlanta: a quel punto la guerra e` ormai persa, la citta` verra conquistata dagli yankees e lei sara` costretta a fuggire verso Tara con la cognata indebolita dal recentissimo parto, due bambini e una serva imbecille. Questo e` il vero punto di svolta per Rossella che si ritrova davanti a un bivio. Una volta arrivata a Tara scoprira` che la sua casa c'e` ancora ma i campi sono andati, gli schiavi liberati, la famiglia provata e l'amato padre impazzito. Rossella, che per tutta la vita e` stata abituata a non avere mai un problema e essere servita e riverita, fa una cosa ammirevole: a malincuore si rimbocca le maniche, caccia via la paura e si mette a lavorare. La fame e la poverta` sofferta saranno la spinta che ci vuole per farla maturare. Qui Rossella si trova davanti a due strade: puo` sfruttare questa situazione per diventare una donna forte e straordinaria e redimersi, cancellare la brutta persona che e` stata fino a quel momento oppure scendere nel baratro. Purtroppo Rossella sceglie la seconda strada. Diventa indubbiamente piu` forte e indipendente, ma tutti i lati negativi del suo carattere andranno solo a peggiorare. Diventera` piu` avida, piu` fredda e senza scrupoli.
Rossella e` dall'inizio alla fine un personaggio negativo, una brutta persona. Eppure l'autrice non poteva scegliere una protagonista migliore. Nonostante io l'abbia odiata per la maggior parte del tempo, ho anche ammirato la sua forza, la sua indipendenza e il fatto che si sia ribellata alla societa` fortemente restrittiva e maschilista dell'epoca. Tra il lettore e la protagonista si instaura un rapporto di amore/odio. Per quanto mi riguarda piu` odio che amore, ma Rossella mi rimarra` comunque nel mio cuore e nella mia mente.

L'altro personaggio per il quale ho provato gli stessi sentimenti e` ovviamente Rhett Butler. Rhett e` il classico “bad boy”, e` la versione maschile di Rossella ma senza ipocrisia. E` ben consapevole di essere un reietto e si diverte a farlo notare agli altri; la differenza tra i due e` che Rossella e` marcia dentro mentre Rhett in fondo (molto in fondo) un po` di bonta` ce l'ha. Non sono per niente d'accordo con una frase che viene ripetuta spesso nel romanzo, ossia che il vero amore puo` esserci solo tra persone simili. Ogni frase fatta sull'amore e` una scemenza, ci deve essere equilibrio e nella coppia entrano in gioco tanti altri fattori. Ma in questo caso e` verissimo! Rhett e` l'unico amore possibile per Rossella perche` e` l'unico che la capisce veramente, che sa leggere oltre la maschera di ipocrisia, che riconosce la parte cattiva del suo carattere e la ama proprio per questo.
Eppure lei ha la testa dura e questo non riesce a capirlo, se non dopo secoli. Per lei, il vero amore e` Ashley Wilkes.

Ashley Ashley… Per anni Rossella si convince che Ashley sia l'uomo perfetto, coraggioso, intelligente, bello e incorruttibile. In realta` per lei andrebbe bene un solo aggettivo: irraggiungibile. Tutto quello che lei fa nella sua vita e` in funzione di Ashley e dell'idea che lei si e` fatta di lui. E` un amore da adolescente idealizzato all'ennesima potenza e se se ne fosse resa conto prima lei stessa poteva risparmiarsi tanta sofferenza. Il lettore si rende conto molto prima della protagonista che in realta` Rossella non lo ama veramente, ma da brava viziatella lo vuole solo perche` e` l'unica cosa che non e` riuscita ad avere, nonostante i suoi sforzi, i suoi pianti e i suoi capricci. Cosa sarebbe successo se Ashley avesse lasciato Melania per sposare Rossella? Probabilmente nel giro di due settimane lei si sarebbe stufata di lui, cosi` intelligente, riflessivo e preso dai suoi libri; sarebbe anche arrivata a odiarlo e a calpestare senza scrupolo i suoi sentimenti.
Non ho apprezzato per niente il personaggio di Ashley, anche se e` importante ai fini della storia. E` un carciofo! Se all'inizio e` affascinante, intelligente, un vero gentiluomo, purtroppo non e` assolutamente adatto alla vita vera. Dopo la guerra vivra` in un limbo perenne, incapace di prendere una decisione, sono gli altri che le prendono per lui e la cosa peggiore e` che lui ne e` ben consapevole, ne rimane umiliato ma comunque incapace di reagire.

Il personaggio che ho amato di piu` in tutto il libro e` Melania Wilkes. Se all'inizio e` una ragazza docile, buona, che e` facile immaginare sottomessa, Melania nasconde una vera tigre. E` il pilastro sulla quale Rossella si appoggia, senza rendersene conto. E` meravigliosa! Voglio anche io una Melania Wilkes nella mia vita!

Ultima considerazione e poi chiudo, giuro! Uno dei grandi temi di questo libro e` la guerra di secessione, che ha portato a una grande conquista, la fine della schiavitu` nelle piantagioni del sud e la liberazione degli schiavi. Siamo sempre stati abituati a vedere questa storia dalla parte dei vincitori, gli yankees e a vedere i Confederati come i malvagi della situazione. In questo romanzo, pero`, i protagonisti sono proprio loro, gli sconfitti. Vediamo questa guerra dal loro punto di vista ed ecco che i Confederati sono i buoni, gli unici muniti di orgoglio, integrita`, civilta`. La schiavitu` non e` una brutta cosa, le violenze verso gli schiavi sono una bugia perche` sono sempre stati considerati membri della famiglia (certo, trattati come il cagnolino o come bambini ritardati ma sempre di famiglia). Gli yankees invece sono i violenti, gli incivili, gli ipocriti che dopo aver liberato gli schiavi li trattano con razzismo.
Inoltre i personaggi neri sono decisamente stereotipati e la parola ne*** con la g in mezzo e` ampiamente utilizzata. Queste sono tutte cose che possono dare molto fastidio, ma e` bene ricordare il contesto e diciamo che il disagio iniziale un po` si supera, anche se rimane sempre un po` strano arrivare quasi a tifare per gli schiavisti!

In conclusione, penso che Via col vento sia un romanzo veramente stupendo e che l'autrice abbia fatto una scelta coraggiosa ma molto azzeccata nello scegliere una protagonista cosi negativa. Alla fine, il risultato e` ottimo! Il mio voto e` decisamente un 5/5 pieno!

venerdì 3 agosto 2018

"La figlia sbagliata" di Jeffery Deaver - Cosa ne penso?


“Megan Collier e` un'adolescente problematica, che dopo l'ennesima bravata viene costretta ad andare da un terapista; ma per tanto tempo il suo medico sembra non aiutarla a superare i suoi problemi. Megan e` infatti figlia di due genitori divorziati da tanti anni, che si sono rifatti una vita e non sembrano avere molto tempo per lei. Ma un giorno arriva un nuovo terapista, il dott.Peters, che in una sola seduta e` in grado di capire al volo l'origine dei suoi problemi e di tirare fuori la rabbia che ha dentro. Potrebbe sembrare la svolta, ma a un certo punto Megan scompare. Tutto fa propendere per una fuga volontaria ma proprio i genitori insistono nel voler dire che la faccenda sembra troppo strana. Scoprono cosi che la figlia e` stata rapita da una persona che li conosce molto bene e che dietro questa sparizione si celano ricatto e vendetta. Gli ex coniugi saranno quindi costretti a pensare, forse per la prima volta, alla loro figlia e a fare un esame di coscienza con il proprio passato per riuscire a salvare Megan.”




Jeffery Deaver e` un celebre autore di thriller, conosciuto soprattutto per il suo ciclo di libri dedicati a Lincoln Rhyme e Amelia Sachs (chi non conosce Il collezionista di ossa?) ma nella sua lunga e prolifica carriera ha dato vita anche ad altri personaggi e a thriller autoconclusivi. La figlia sbagliata e` uno di questi e in passato e` stato molto apprezzato dalla critica. Quindi, unendo la mia voglia di thriller estivi al fatto che questo libro era bello pronto e diponibile (e gratis) nella libreria di mia madre, ne ho approfittato subito per dedicargli gli ultimi 3 giorni di luglio.

Questo romanzo si incentra molto sulla opposizione tra il “cattivo” (il rapitore) e il “buono” (il padre di Megan). Entrambi sono molto intelligenti e per la propria professione (psichiatra il primo, avvocato il secondo) sanno riconoscere le emozioni altrui solo dai gesti e sanno usare molto bene le parole per intortare il prossimo e fargli fare quello che vuole. E` cosi che il rapitore conquista la fiducia di Megan e poi di tutti gli altri personaggi coinvolti. Questo tizio e` in grado di fregare tutti con estrema facilita`. A poco a poco individua tutti i potenziali testimoni o i personaggi che in qualche modo potrebbero dargli fastidio, li studia per individuare i punti deboli e li avvicina conquistandosi in breve tempo la loro fiducia. Il suo scopo e` ovviamente quello di metterli fuori gioco, ma e` un essere talmente pazzo da provarci gusto a incasinare totalmente la vita di queste persone. Non solo si accontenta di toglierli di mezzo temporaneamente ma gode del suo “potere” di persuasione per rovinargli matrimoni, spingere madri al suicidio, mandarli in galera e farli ripiombare in cattive abitudini. Ho trovato questo parti un po` forzate. Va bene che un buon psichiatra deve saper entrare nella mente delle persone ma la facilita` con la quale tutti si fanno infinocchiare da questo personaggio e` impressionante e poco probabile.
Se all'inizio si prova rabbia nei confronti dello psichiatra, quando veniamo a intuire a poco a poco le sue motivazioni, non possiamo fare a meno di provare un po` di pena. Ovviamente non possiamo mai giustificarlo perche` quello che fa e` orribile, ma capiamo che i protagonisti “buoni”, i genitori di Megan, tanto buoni e innocenti non sono. Se all'inizio Megan sembra la classica ragazzina che fa le cavolate solo perche` i genitori sono divorziati, ben presto ci accorgiamo che ha perfettamente ragione! Gli ex coniugi Collier sono due emeriti imbecilli, dei genitori di m….
Troppo presi dalla propria carriera e da se stessi, hanno sempre visto la propria figlia come un peso, un ostacolo, un qualcosa che ha peggiorato le loro vite. Se da una parte e` bello che finalmente si siano dati una svegliata e siano gli unici a capire che la figlia non e` scappata, dall'altra mi sembra che non la cercano mai con troppa convinzione. La ricerca della figlia e` ancora una volta una scusa per parlare di loro stessi, del loro matrimonio, del loro passato. Di loro, non di Megan. Poi magicamente c'e` una svolta, non si capisce bene come e perche`, e diventano i genitori dell'anno che sfoderano coraggio e sfidano tutto e tutti per salvare la figlia.
Schiaffi, schiaffi tutto il tempo per questi due! Povera Megan!

E` comunque un thriller psicologico che si legge senza nessun impegno, veloce ma allo stesso tempo carino. Come in ogni thriller che si rispetti e` presente il colpo di scena finale, la rivelazione che sinceramente non mi aspettavo e che forse spiega alcuni comportamenti passati dei genitori. Li spiega, ma non li giustifica! Ai miei occhi rimangono sempre persone di Emme.
Lo consiglio? Non saprei...e` carino ma essendo anche il primo Deaver che leggevo avrei preferito cominciare forse da Il collezionista di ossa, molto piu` nelle mie corde. Il mio voto e` di 3/5, un pochino stiracchiato. Non ho visto tutto sto grande capolavoro di cui ho letto.