“Questo
piccolo volume e` un modo per vedere il Solitario di Providence sotto
una luce diversa: vengono riproposti alcuni dei suoi racconti in una
nuova traduzione e degli stralci di lettere personali in cui
Lovecraft stesso si racconta, parla di se e del mondo che lo
circonda, della sua infanzia e di cio` che lo ha portato a essere
l'adulto che abbiamo conosciuto attraverso le sue storie da incubo.”
Mi
ritengo molto fortunata ad aver trovato questa piccola chicca
letteraria, figlio di una casa editrice mia conterranea, la sarda
Arkadia Editore. Dei racconti di Lovecraft, infatti, abbiamo una
marea di edizioni diverse, abbiamo l'imbarazzo della scelta ma tutte
un po` simili tra loro a livello di contenuto. Certo, i racconti sono
quelli, mica si possono cambiare, ma ritengo che Arkadia abbia avuto
una buonissima idea perche` ci ripropone Lovecraft in una maniera
diversa. Mi spiego meglio.
Questo
volume di poco meno di 200 pagine, e` suddiviso in tre sezioni. Nella
prima, Il solitario di Providence, troviamo alcuni dei
racconti piu` famosi di Lovecraft scritti prima del 1926; e` il
periodo di rodaggio, in cui ci stiamo avvicinando a Cthulhu. Tra
questi cito alcuni dei miei preferiti come Altrove,
Citta` senza nome e
ovviamente Il richiamo di Cthulhu.
La particolarita` di questa edizione e` che vengono proposti in una
nuova e piu` moderna traduzione, volta a “svecchiare” e a rendere
meno anacronistica la lettura; e` una mossa azzardata se si pensa
alla possibile reazione dei puristi ma ritengo che sia stata una
mossa azzeccata! La nuova traduzione consente di godere ancora meglio
della scrittura di Lovecraft (a volte un po` pesantuccia) senza
tradirne il senso. I racconti sono quindi piu` scorrevoli senza
essere stravolti.
Nella
seconda sezione, Il culto della saggezza stellare,
troviamo invece racconti di altri autori che hanno preceduto o che si
sono ispirati a Lovecraft; troviamo quindi personaggi che Lovecraft
ha direttamente conosciuto, scrittori che poi si sono dedicati ad
altri generi, e trovo molto interessante la scelta di questi racconti
perche` soprattutto in alcuni casi sembrava quasi di leggere ancora
Lovecraft. Soprattutto mi chiedo come mai Robert
W. Chambers abbia deciso di dedicarsi ai romanzi d'amore quando il
suo racconto, Il segno giallo,
e` stato spettacolare! Un grandissimo senso di angoscia e un pelino
di repulsione, un racconto decisamente “lovecraftiano” che
indicavano un grande talento in questo genere. Davvero un peccato.
Ma
la mia parte preferita e` stata la terza e ultima sezione,
Appendici, in cui
vengono riportati stralci di lettere scritti da Lovecraft, pezzi di
conversazioni in cui possiamo conoscere un po` piu` di lui
direttamente dal diretto interessato. Dico che questa e` stata la mia
parte preferita perche` sebbene Lovecraft mi piaccia molto come
autore, al contrario non sapevo quasi niente su di lui, sulla sua
vita e soprattutto sulla sua personalita` e trovare la risposta a
queste domande avendo la possibilita` di leggere cose personali
scritte direttamente da lui e` stato molto bello. Certo, l'immagine
che esce di quest'uomo non e` delle migliori, in quanto era un
pochino misogino, razzista, omofobo e maschilista (soprattutto in
giovane eta`) e anche abbastanza asociale. Non sarebbe stato
sicuramente il mio migliore amico, ma va bene cosi perche` nella sua
testa aveva tanto da dire e da dare, ha creato un mondo pazzesco e
dispiace anche pensare che forse non se ne sia reso bene conto per
colpa della sua scarsissima autostima.
Quindi
consiglio vivamente questo volume, soprattutto a chi e` attirato da
Lovecraft ma si spaventa di fronte ai tomi giganteschi che si trovano
normalmente in commercio; questo e` un ottimo modo per avere un
assaggio di H.P. e di decidere se approfondire la sua conoscenza (che
ovviamente consiglio). Il mio voto per Lovecraft zero e`
un 5/5!