“West
Hall in Vermont e` sempre stato un posto di strane sparizioni e
vecchie leggende. La piu` misteriosa e` quella che riguarda Sara
Harrison Shea che, nel 1908 venne trovata morta solo qualche tempo
dopo la tragica scomparsa della figlia Gertie.
Ai
giorni nostri, la diciannovenne Ruthie vive con la madre e la
sorellina in quella stessa casa che un secolo prima e` stata proprio
di Sara e un giorno Ruthie torna a casa per scoprire che la madre
Alice e` misteriosamente scomparsa. Alla ricerca di indizi che la
aiutino a scoprire cosa e` successo, Ruthie trova una copia del
diario personale di Sara Harrison Shea nascosto in camera di sua
madre. Da qui forse si inizia a capire che i due fatti possono essere
collegati in qualche modo e che quelle montagne dietro West Hall
possono nascondere terribili segreti.”
The
winter people e`un romanzo
scritto dall'autrice americana Jennifer
McMahon e pubblicato nel 2014, ma io ho iniziato a vederlo in
tantissimi profili americani e inglesi poco piu` di un anno fa. Mi ha
incuriosito subito perche` veniva definito un horror, un thriller
dai risvolti paranormali, un libro in grado di far venire
letteralmente i brividi. Ormai e` veramente difficile trovare un
horror (che sia un libro o un film) degno del suo nome e di quello
che dovrebbe suscitare nel lettore o nello spettatore; la maggior
parte delle volte, infatti, possono avere anche una buona idea di
base ma risultano
poi banali. E quindi un libro che viene descritto in tali toni
entusiastici mi ha attirata subito. Anche se ho finito per leggerlo
solo adesso :D!
Il
libro si sviluppa su due linee temporali: in una ci troviamo nel 1908
con Sara, suo marito Martin e la loro figlia Gertie. Scopriamo che
Sara e Martin hanno vissuto piu` volte la tragedia della perdita di
un figlio fino all'arrivo della piccola
Gertie, con la quale Sara ha un rapporto strettissimo. Il punto di
vista di Sara e` presentato in prima persona, attraverso le pagine
del suo diario mentre quello di Martin e` in terza persona. I fatti
che culminano con la scomparsa di Gertie, il dolore per la perdita e
la terribile spiegazione non vengono quindi narrati tutti insieme ma
il lettore scopre poco per volta, a mano a mano che procediamo con la
lettura del diario di Sara.
Nella
seconda linea temporale a noi contemporanea troviamo molte
protagoniste come Ruthie, attuale inquilina della casa di Sara e la
cui madre scompare misteriosamente, ma abbiano anche Katherine,
artista che ha appena perso figlio e marito e la strana Candace. Vite
apparentemente slegate tra di loro che invece sono strettamente
connesse da un filo che porta direttamente al passato e precisamente
al 1908 e a Sara Harrison Shea.
Per
quanto la narrazione salti da
un protagonista all'altro, da una linea temporale all'altra, la
narrazione non risulta mai confusionaria, non si ha l'impressione di
perdersi dei dettagli importanti o di confondersi. In questo
l'autrice e` stata brava, narrando e spiegando i fatti poco per
volta, lasciando il tempo al lettore di fare i collegamenti e di dire
:”Ma certo! Ora ha senso!”.
Tra
i vari personaggi interessanti, la piu` misteriosa rimane Auntie, una
donna di origini indiane, ritenuta dalla gente del posto una strega,
seconda madre e mentore per Sara ma che viene allontanata dopo che la
gente del villaggio scopre che e` pure l'amante del padre vedovo.
Auntie e` una figura misteriosa, di cui abbiamo una descrizione solo
dai ricordi di Sara e il cui ruolo (fondamentale) sara` spiegato,
come sempre con i dovuti tempi, quando la storia e il lettore saranno
pronti.
I
colpi di scena ci sono, sono tanti e mi sono piaciuti tutti! Alcuni
prevedibili, altri meno, ma tutti intelligenti e con un senso
all'interno della storia.
Uno
dei temi principali di questo libro, oltre al fattore “storia da
brividi”, e` il lutto e in particolare come una persona puo`
affrontarlo, cosa puo` arrivare a fare spinta dal dolore e cosa e`
disposta a fare pur di rivedere chi ha perso anche solo una volta. Il
lettore si rende conto che i personaggi possono commettere degli atti
decisamente poco felici ma e` difficile
giudicarli
perche` il lutto e la
sensazione che questo porta travolgono il lettore stesso. E inoltre
senza queste decisioni decisamente e eticamente sbagliate, l'intera
trama e di conseguenza il libro non esisterebbero. Per questo tema,
The winter people mi
ha ricordato molto Pet Sematary di Stephen King. Per quanto non me la
senta di paragonare la McMahon a King ne` la trama di questo libro
con quello dello zio Steve le atmosfere e il tema del lutto sono
affrontati in maniera simile.
In
tutti e due i libri, in fondo, abbiamo chi va via e chi resta, e chi
resta sceglie modi molto particolari per affrontare la perdita.
Questo
libro non e` ancora uscito in Italia, quindi ho letto l'edizione
americana. E` semplice? E` comprensibile? Premettendo che ovviamente,
per leggere un romanzo in inglese bisogna avere basi quantomeno
accettabili, il fatto che un libro sia scritto in inglese “moderno”
non e` sempre sinonimo di semplicita`. Ora, io l'inglese lo conosco
bene ma non ho piu` avuto occasione di praticarlo per piu` di tre
anni, quindi e` un po` arruginito. In questi tre anni ho letto
qualche libro in inglese ma mi accorgevo che, benche` li capissi, la
lettura era a volte un po` ostica e quindi piu` lenta rispetto alla
lettura in italiano. Con questo libro non e` avvenuto neanche una
volta. Oltre a essere scritto in un inglese molto semplice, le frasi
sono brevi, concise ma non sono mai banali e per questo la lettura e`
davvero molto scorrevole.
Mi
sento di promuovere praticamente tutto di questo romanzo, che ha
soddisfatto ampiamente le mie aspettative! Il romanzo e` avvincente,
si legge davvero tutto d'un fiato, non riuscivo a staccarmi e a
chiuderlo, tanto che lo considero uno dei libri piu` belli letti di
tutto il 2018! Il mio voto e` 5/5!